Assenti: per la maggioranza Carissimi e Pressiani;
per la minoranza:nessuno
Inizio seduta ore 21,00.
Presenti,tra il pubblico,la signora Antonella,vedova del consigliere Francesco Arrigoni,ed il figlio Gregorio.
1-Commemorazione del consigliere Francesco Arrigoni.
Prende la parola il sindaco: "Vogliamo,come atto iniziale di questo consiglio comunale,commemorare il nostro concittadino e consigliere comunale Francesco Arrigoni,deceduto prematuramente ed in modo inaspettato.
Eletto consigliere comunale nell'attuale legislatura,ha svolto il suo ruolo con particolare determinazione.
Le diversità di opinioni ci hanno spesso allontanato e non sempre ci hanno permesso di avere un rapporto istituzionale sereno.
Ma in democrazia le diversità di opinioni sono fondamentali.
Vogliamo questa sera esprimere la nostra vicinanza alla famiglia e ricordare il consigliere scomparso con un minuto di silenzio."
Dopo il minuto di silenzio intervengono i consiglieri di minoranza Villa e Cattaneo per esporre un loro commento di commemorazione(vedi nella pagina dei singoli consiglieri).
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INTERVENTO COMMEMORATIVO DEL CONSIGLIERE DOTT.fABIO FRANCO VILLA
COMMEMORAZIONE DEL CONSIGLIERE FRANCESCO ARRIGONI
Francesco oppure Vercingetorige come amava definirsi, ci ha insegnato che il politico deve patire, come fossero proprie, le ingiustizie patite dagli altri, deve desiderare il bene per tutti, se vuole riuscire a fare qualcosa per qualcuno.
Papa Paolo VI diceva che la politica è una forma esigente di amore, intendeva dire che l’impulso a occuparsi di politica può nascere solo in un cuore che sappia amare, che desideri sinceramente migliorare la condizione degli altri.
Infatti l’impegno politico Francesco l’ha portato avanti sempre con onestà e rettitudine, vero maestro di rigore e umiltà.
Abbiamo perso un amico, uno che sapeva spronarci a non mollare mai, di fronte a fatti per i quali riteneva giusto lottare e denunciare con i mezzi a disposizione, come il suo blog Terradadda.
Se oggi i ruderi del borgo del Canto si possono vedere e visitare con tutta sicurezza, è grazie a Francesco Arrigoni.
Se riusciamo a salvare i nostri boschi di castagni, lo dobbiamo al suo appassionato intervento sul pericolo del parassita cinipede galligeno, nell’ultimo consiglio comunale. In quella circostanza, per la prima volta, quasi un gioco del destino, aveva ottenuto l’unanimita’ dei consensi di tutti i consiglieri per la sua proposta.
“Per non cambiare i valori importanti, bisogna imparare a resistere” diceva sempre Francesco. Aveva un suo modo serio di affrontare i problemi, anche con durezza, ma sempre con sensibilità, lottando contro le banalità, la corruzione, contro chi, come dice la canzone, “sta sempre con la ragione e mai col torto”.
Francesco, ci mancherà tanto, per l’amicizia, le chiacchiere, le polemiche, condivise come le idee, per il cuore grande e l’integrità etica, l’amore per la natura e il territorio.
Ma, come ha detto Antonio durante la cerimonia funebre, tutto quello che ha fatto per la nostra comunità non è andato perso: noi del gruppo El@ da oggi abbiamo una risposta in più alla domanda “ma chi ce lo fa fare ?”: l’esempio che Francesco ci ha donato e faremo di tutto perché rimanga vivo nella sua comunità e in ciascuno di noi.
Grazie Francesco, nel tuo ricordo troveremo la forza di proseguire nella ricerca dell’onestà e della giustizia.
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INTERVENTO COMMEMORATIVO DEL CONSIGLIERE CATTANEO FRANCO:
RICORDO DI FRANCESCO ARRIGONI
Francesco Arrigoni è stato un amico, per tanti colleghi che apprezzavano il suo valutare a schiena
dritta e per tanti altri, che producevano vino, e più erano difficili le loro condizioni di lavoro più
Francesco li capiva. Capiva meno (e quanto aveva ragione) la logica del mero profitto, e restano
memorabili le sue contese, anche legali, con cantine di grandi numeri e scarsa qualità. Non gli
piacevano i furbetti, i raccomandati, gli arroganti, i vignaioli di nome ma non di fatto. Non gli
piacevano i vini portati in alto dalla moda. Non ha mai fatto nulla per nascondere simpatie e
antipatie. Per questo alcuni dicevano che avesse un brutto carattere. In realtà, aveva un carattere che
sembrava fatto del materiale resistente delle rocce che tanto amava scalare. Dei tanti allievi di Luigi
Veronelli è stato il più puro e duro, e anche fedele. Mai tirato coltellate alla schiena del maestro.
Se n’è andato all’improvviso, a 52 anni, in una sera d’estate che sembrava promettere stelle e non
dolore. I suoi organi sono stati espiantati e donati, perché la generosità abita certe persone anche
dopo la morte. Se n’è andato senza poter realizzare il suo sogno nel cassetto: scrivere una biografia
ragionata di Veronelli. Tutti noi che frequentiamo l’ enogastronomia dobbiamo qualcosa, o molto, a
Sua Nasità. Forse qualcuno la scriverà, prima o poi, ma non sarà la stessa cosa.
Ricordarlo, in questa sede, è doveroso. Per tanti anni Francesco ha lavorato sul campo, alla lettera.
Non era di quei ragionieretti della critica bravi a dire che sentono nel bouquet la viola mammola o
l’ananas. Lui è partito dalla terra, sapeva usare la vanga e le cesoie e ovviamente sapeva identificare
la viola mammola o l’ananas. Ma c’era in lui una ricerca di umanità e di giustizia che andava ben
oltre le nozioni tecniche. C’era un’etica del lavoro. Non so quanti giri d’Italia abbia fatto per
contribuire al miglioramento di un vitigno autoctono (erano i suoi preferiti) o per discutere su un
disciplinare, sulle rese per ettaro. Veronelli diceva che in fondo a ogni bicchiere c’è un volto di
donna. Bello, non discuto. Ma io ci trovo anche volti di uomini, Veronelli in primis. E, da quando è
morto, in fondo a un bicchiere, generalmente di vino rosso, trovo Francesco. Un brindisi serve a
non dimenticare e anche a ringraziare per l’esempio: un hombre vertical come il suo maestro, non
uso spesso queste due parole ma quando ci vuole ci vuole. Il vino è buono e va giù bene anche se
lascia un retrogusto amaro. Non al palato, al cuore.
(Gianni Mura)
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Terminato l'intervento commemorativo dei consiglieri di minoranza ,i membri del gruppo el@ si alzano per salutare la moglie ed il figlio del compianto Francesco Arrigoni che si apprestano a lasciare l'aula.
La seduta riprende dopo qualche minuto.
Continua...