A Bergamo si vive bene.
Siamo primi in Lombardia!
La nostra provincia balza all'11° posto della classifica italiana
In controtendenza nel rapporto nazionale di «ItaliaOggi»
Diana Noris
Con il passare degli anni Bergamo diventa una provincia sempre più vivibile. Nella classifica stilata da ItaliaOggi con l'Università La Sapienza di Roma nel «Rapporto sulla Qualità della vita in Italia 2012» - pubblicato oggi - Bergamo guadagna ben sei posizioni, passando dal 17° posto dello scorso anno (addirittura 27° nel 2010) all'11°, a un pelo dalla top ten capeggiata per il terzo anno consecutivo dalla provincia autonoma di Trento.
La posizione
Ma si tratta comunque di una buona posizione considerando il numero totale delle province a confronto: ben 103. Un altro dato positivo, che elegge Bergamo e provincia dall'alto grado di vivibilità, il primato regionale, con il sorpasso su Mantova, che rispetto all'anno scorso perde 9 posizioni (dal 4° al 13° posto). Tra tutte le province lombarde, Bergamo risulta la più avanti rispetto alla classifica nazionale: Sondrio è seconda alla provincia bergamasca con un 15° posto sulle 103 province analizzate, mentre Brescia è terza con un 23° posto. A seguire Lecco (26° posto), Como (29°), Varese (36°) e Cremona (42°). La tendenza regionale è al peggioramento: scendono nella classifica Varese (lo scorso anno era al 27° posto), Como (era al 26°), Cremona (era al 32°) e Lecco (23°).
Migliorano tre province
Rispetto ai dati del rapporto riferiti al 2011, insieme a Bergamo migliorano solo la provincia di Brescia (era al 29° posto) e Sondrio (era al 19°). La qualità della vita migliora anche nel capoluogo lombardo: la gran Milan sale dal 46° posto al 39°. Bergamo, insieme alle poche città lombarde che salgono la classifica, fa registrare un dato in netta controtendenza rispetto al quadro nazionale. Con il Rapporto 2012 si registra infatti il peggior risultato dalla prima edizione dell'indagine: le province dove la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente sono salite a 61. Già lo scorso anno era stato registrato un calo, ma i dati del Rapporto sul 2012 descrivono una situazione che va peggiorando: le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile sono 42, mentre lo scorso anno erano 45.
Dando uno sguardo generale al Belpaese, le province in cui la qualità della vita è considerata tra «scarsa o insufficiente» (61) superano quelle dove il livello è considerato «buono o accettabile» (42). E se scattassimo un'istantanea allo stivale, vedremmo una situazione che segue la geografia del Paese: scendendo dalla cima al tacco c'è un forte peggioramento, con le città del nord a condurre la classifica.
I livelli più bassi
I livelli più bassi di qualità della vita si registrano in particolare nelle province dell'Italia del sud, ma anche nelle Isole: agli ultimi posti c'è Messina (quart'ultima), Crotone (terz'ultima) e Napoli (penultima). Ma non mancano le eccezioni: ultima in classifica la provincia ligure di Imperia (al 103° posto) e poco più in su Genova (92°). In Italia centrale troviamo buona parte delle province che si assestano tra il fondo e metà classifica: Rieti (70° posto), Matera (69°), Chieti (68°) e Teramo (61°). In cima alla classifica le città del nord, con Trento al primo posto, Bolzano al secondo e Belluno al terzo. A seguire Verona, Vicenza, Reggio Emilia, Udine, Parma, Treviso e Pordenone. Anche le grandi città del nord migliorano la propria posizione, con Torino che sale di un punto, al 46° posto e Milano che recupera 7 posti, dal 46 al 39. Diversa la situazione per Roma che scende di 11 posizioni (62° posto). La tendenza generale evidenziata nello studio è in negativo, con «un nordovest vulnerabile, sud e isole che confermano problemi strutturali e un livello medio di qualità della vita insufficiente e che non accenna a migliorare nelle regioni del sud».
l'eco di bergamo,31.12.2012
Siamo primi in Lombardia!
La nostra provincia balza all'11° posto della classifica italiana
In controtendenza nel rapporto nazionale di «ItaliaOggi»
Diana Noris
Con il passare degli anni Bergamo diventa una provincia sempre più vivibile. Nella classifica stilata da ItaliaOggi con l'Università La Sapienza di Roma nel «Rapporto sulla Qualità della vita in Italia 2012» - pubblicato oggi - Bergamo guadagna ben sei posizioni, passando dal 17° posto dello scorso anno (addirittura 27° nel 2010) all'11°, a un pelo dalla top ten capeggiata per il terzo anno consecutivo dalla provincia autonoma di Trento.
La posizione
Ma si tratta comunque di una buona posizione considerando il numero totale delle province a confronto: ben 103. Un altro dato positivo, che elegge Bergamo e provincia dall'alto grado di vivibilità, il primato regionale, con il sorpasso su Mantova, che rispetto all'anno scorso perde 9 posizioni (dal 4° al 13° posto). Tra tutte le province lombarde, Bergamo risulta la più avanti rispetto alla classifica nazionale: Sondrio è seconda alla provincia bergamasca con un 15° posto sulle 103 province analizzate, mentre Brescia è terza con un 23° posto. A seguire Lecco (26° posto), Como (29°), Varese (36°) e Cremona (42°). La tendenza regionale è al peggioramento: scendono nella classifica Varese (lo scorso anno era al 27° posto), Como (era al 26°), Cremona (era al 32°) e Lecco (23°).
Migliorano tre province
Rispetto ai dati del rapporto riferiti al 2011, insieme a Bergamo migliorano solo la provincia di Brescia (era al 29° posto) e Sondrio (era al 19°). La qualità della vita migliora anche nel capoluogo lombardo: la gran Milan sale dal 46° posto al 39°. Bergamo, insieme alle poche città lombarde che salgono la classifica, fa registrare un dato in netta controtendenza rispetto al quadro nazionale. Con il Rapporto 2012 si registra infatti il peggior risultato dalla prima edizione dell'indagine: le province dove la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente sono salite a 61. Già lo scorso anno era stato registrato un calo, ma i dati del Rapporto sul 2012 descrivono una situazione che va peggiorando: le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile sono 42, mentre lo scorso anno erano 45.
Dando uno sguardo generale al Belpaese, le province in cui la qualità della vita è considerata tra «scarsa o insufficiente» (61) superano quelle dove il livello è considerato «buono o accettabile» (42). E se scattassimo un'istantanea allo stivale, vedremmo una situazione che segue la geografia del Paese: scendendo dalla cima al tacco c'è un forte peggioramento, con le città del nord a condurre la classifica.
I livelli più bassi
I livelli più bassi di qualità della vita si registrano in particolare nelle province dell'Italia del sud, ma anche nelle Isole: agli ultimi posti c'è Messina (quart'ultima), Crotone (terz'ultima) e Napoli (penultima). Ma non mancano le eccezioni: ultima in classifica la provincia ligure di Imperia (al 103° posto) e poco più in su Genova (92°). In Italia centrale troviamo buona parte delle province che si assestano tra il fondo e metà classifica: Rieti (70° posto), Matera (69°), Chieti (68°) e Teramo (61°). In cima alla classifica le città del nord, con Trento al primo posto, Bolzano al secondo e Belluno al terzo. A seguire Verona, Vicenza, Reggio Emilia, Udine, Parma, Treviso e Pordenone. Anche le grandi città del nord migliorano la propria posizione, con Torino che sale di un punto, al 46° posto e Milano che recupera 7 posti, dal 46 al 39. Diversa la situazione per Roma che scende di 11 posizioni (62° posto). La tendenza generale evidenziata nello studio è in negativo, con «un nordovest vulnerabile, sud e isole che confermano problemi strutturali e un livello medio di qualità della vita insufficiente e che non accenna a migliorare nelle regioni del sud».
l'eco di bergamo,31.12.2012