Il cittadino chiede chiarezza
Nicola Di Stefano - L'ECO DI BERGAMO,Sabato 29 Dicembre 2012
La politica è una faccenda complicata, si sa. Siamo a poche settimane dalle elezioni politiche, questa volta particolarmente delicate e dall'esito per nulla scontato. Dopo un breve intermezzo tecnico, il governo tornerà ad essere ufficialmente politico. Il giudizio sull'operato dei tecnici non mette tutti d'accordo: chi elogia le scelte e la condotta del governo Monti, chi giudica inutili o addirittura dannose le politiche adottate in questi mesi.
A questo punto dobbiamo chiedere alla politica una sola cosa: chiarezza. Cioè giocare a carte scoperte. Basta slogan, basta messaggi in codice, basta parole che rimbalzano sulla bocca di tutti senza che nessuno abbia chiaro, ma veramente chiaro, il loro significato. Primo: chiarezza nei contenuti. Vorremmo, ad esempio, che non fosse possibile sostenere che lo «spread è un indice di cui non si deve tenere conto» e, allo stesso tempo, che «lo spread misura la salute economica di un Paese». Vorremmo che una delle due affermazioni fosse vera, l'altra falsa. Bearsi della complessità dell'economia come alibi per giustificare i fallimenti delle scelte (imprevedibili prima, sempre previsti dopo) è un atteggiamento discutibile. Se è pura opinione, lasciamola fuori dalle aule parlamentari.
In questi giorni, economisti affermati ripetono che la crisi si affronta solo riducendo le imposte ai cittadini e favorendo la ripresa. Economisti altrettanto affermati sostengono che prima bisogna portare fieno in cascina, tassando direttamente o indirettamente, poi si può pensare alla crescita, altrimenti lo Stato va a Patrasso. Se sono due strategie opposte, come pare evidente, non possono essere valide entrambe. Non c'è alternativa. Perciò, prima di infarcirci di spread, tassi d'interesse, costo del denaro, costo del lavoro, ammortizzatori sociali, pareggio di bilancio, Pil e riduzione del debito sovrano ci spieghino cosa significhino tutti questi paroloni, come sono connessi tra loro e come sono connessi con la vita reale. Ma ce lo spieghino bene, se non vogliono che l'astensione salga al 50%.
Secondo: chiarezza nel quadro politico. È piuttosto strano che, a circa due mesi dalle elezioni, non si sappia dove si collocheranno le figure di riferimento. Sappiamo troppo poco. Il sospetto, fondato, è che siamo noi a sapere troppo poco e che, nel Palazzo, ai pochi iniziati, tecnici e non, le cose siano molto più chiare. La classe dirigente, ancora una volta, starebbe sistemando le cose dietro le quinte, tessendo le fila della futura trama politica, sicuramente in buona fede, ma senza coinvolgere direttamente i cittadini. Il problema è che, in questo modo, i cittadini avvertirebbero un ulteriore scollamento tra gli oligarchi, da una parte, che gestiscono il potere, e il mondo civile, dall'altra, ridotto ad un elettorato letteralmente passivo.
Nicola Di Stefano - L'ECO DI BERGAMO,Sabato 29 Dicembre 2012
La politica è una faccenda complicata, si sa. Siamo a poche settimane dalle elezioni politiche, questa volta particolarmente delicate e dall'esito per nulla scontato. Dopo un breve intermezzo tecnico, il governo tornerà ad essere ufficialmente politico. Il giudizio sull'operato dei tecnici non mette tutti d'accordo: chi elogia le scelte e la condotta del governo Monti, chi giudica inutili o addirittura dannose le politiche adottate in questi mesi.
A questo punto dobbiamo chiedere alla politica una sola cosa: chiarezza. Cioè giocare a carte scoperte. Basta slogan, basta messaggi in codice, basta parole che rimbalzano sulla bocca di tutti senza che nessuno abbia chiaro, ma veramente chiaro, il loro significato. Primo: chiarezza nei contenuti. Vorremmo, ad esempio, che non fosse possibile sostenere che lo «spread è un indice di cui non si deve tenere conto» e, allo stesso tempo, che «lo spread misura la salute economica di un Paese». Vorremmo che una delle due affermazioni fosse vera, l'altra falsa. Bearsi della complessità dell'economia come alibi per giustificare i fallimenti delle scelte (imprevedibili prima, sempre previsti dopo) è un atteggiamento discutibile. Se è pura opinione, lasciamola fuori dalle aule parlamentari.
In questi giorni, economisti affermati ripetono che la crisi si affronta solo riducendo le imposte ai cittadini e favorendo la ripresa. Economisti altrettanto affermati sostengono che prima bisogna portare fieno in cascina, tassando direttamente o indirettamente, poi si può pensare alla crescita, altrimenti lo Stato va a Patrasso. Se sono due strategie opposte, come pare evidente, non possono essere valide entrambe. Non c'è alternativa. Perciò, prima di infarcirci di spread, tassi d'interesse, costo del denaro, costo del lavoro, ammortizzatori sociali, pareggio di bilancio, Pil e riduzione del debito sovrano ci spieghino cosa significhino tutti questi paroloni, come sono connessi tra loro e come sono connessi con la vita reale. Ma ce lo spieghino bene, se non vogliono che l'astensione salga al 50%.
Secondo: chiarezza nel quadro politico. È piuttosto strano che, a circa due mesi dalle elezioni, non si sappia dove si collocheranno le figure di riferimento. Sappiamo troppo poco. Il sospetto, fondato, è che siamo noi a sapere troppo poco e che, nel Palazzo, ai pochi iniziati, tecnici e non, le cose siano molto più chiare. La classe dirigente, ancora una volta, starebbe sistemando le cose dietro le quinte, tessendo le fila della futura trama politica, sicuramente in buona fede, ma senza coinvolgere direttamente i cittadini. Il problema è che, in questo modo, i cittadini avvertirebbero un ulteriore scollamento tra gli oligarchi, da una parte, che gestiscono il potere, e il mondo civile, dall'altra, ridotto ad un elettorato letteralmente passivo.
Ho la vaga sensazione che votare alle prossime politiche, sia come giocare alla roulette russa; ogni candidato e' un pericolo per i cittadini. I vecchi marpioni (anche del PD), fanno l'impossibile per conservare il posto in parlamento. Senza dubbio a tutti interessa il bene... dell'Italia? O no!
RispondiEliminaSIA CHE SIA PDL O PD O PINCOPALLINO ALLA FINE CI RIMETTERANNO SOLO E SEMPRE I CITTADINI LO STATO E LA MAFIA SONO UN TUTTUNO
RispondiEliminaLA RIVOLUZIONE E LA SPERANZA SI STA AVVICINANDO SEMPRE DI PIù UN NUOVO POTERE DEMOCRATICO STA GIUNGENDO E MARCERà INESORABILMENTE VERSO UN ITALIA MIGLIORE
IL SUO NOME è ALBA DORATA
libero
PS. ne xenofobi ne razzisti