Indagati «eccellenti» a un passo dalla riconferma.
ROMA
Fino a qualche mese fa, quando infuriava la cosiddetta antipolitica, tra i partiti era tutto un assicurare: «Nessun candidato neanche indagato in lista», «Faremo solo liste pulite». Ma ora che si avvicina la data delle elezioni, tutto cambia.
E sono davvero poche le formazioni politiche che possono vantare solo incensurati nelle proprie file. Il caso più clamoroso di «ripescaggio» di indagati rischia di essere quello del Pdl. Sembra imminente, infatti, l'annuncio delle candidature di Nicola Cosentino e di Marcello Dell'Utri, al Senato, e di Marco Milanese, imputato a Roma per finanziamento illecito nell'ambito del processo sugli appalti Enav e indagato a Milano per corruzione nell'inchiesta sul presidente di Bpm, Ponzellini.
Alla manifestazione elettorale di ieri del Pdl a Napoli erano in prima fila non solo Cosentino, ma anche Alfonso Papa, finito a Poggio Reale durante la legislatura. «Abbiamo letto le carte processuali di Cosentino – spiega il commissario campano, Nitto Palma – e vi è un impianto accusatorio non accettabile». Per Cosentino, prosegue, non sembra che l'impianto accusatorio possa essere sufficiente a dire a no a un suo ritorno in Parlamento. Più cauto il governatore Stefano Caldoro, secondo il quale chi sa di poter essere una zavorra per la sua situazione giudiziaria dovrebbe saper fare un passo indietro.
Completamente diversa la posizione di Altero Matteoli, che è poi quella dominante nel partito: bisogna essere severi solo con i candidati passati in giudicato. Per tutti gli altri, indagati o condannati solo in primo o secondo grado, porte aperte. La realtà, si afferma tra i berlusconiani a microfono rigorosamente muto, è che è difficile rinunciare a una candidatura come quella di Cosentino, che «in Campania rappresenta un pacchetto di voti non indifferente». Tanto che si pensa a lui, appunto, per il Senato, che nella prossima legislatura rischia di diventare l'ago della bilancia. Lui, l'interessato, due ordinanze di arresto respinte dalla Camera culminate in due processi, non commenta e ai cronisti che lo incalzano ribatte: «Finalmente qualcuno si è letto le mie carte». Marcello Dell'Utri, invece, si conferma che dovrebbe trovare ospitalità nella lista di Miccichè. Ma il tormentone «liste pulite» interessa un po' tutti i partiti, anche il Pd, come dimostrano la polemica dei giorni scorsi su nomi come quello di Vladimiro Crisafulli, coinvolto in Sicilia in varie inchieste giudiziarie.
Tengono banco anche le «liste di famiglia», come dimostra la polemica esplosa sulla candidatura nella Lista Monti della cognata di Casini, Silvia Noè, e del fidanzato della figlia, Azzolini.
Lunedì 14 Gennaio 2013,L'ECO DI BG.
ROMA
Fino a qualche mese fa, quando infuriava la cosiddetta antipolitica, tra i partiti era tutto un assicurare: «Nessun candidato neanche indagato in lista», «Faremo solo liste pulite». Ma ora che si avvicina la data delle elezioni, tutto cambia.
E sono davvero poche le formazioni politiche che possono vantare solo incensurati nelle proprie file. Il caso più clamoroso di «ripescaggio» di indagati rischia di essere quello del Pdl. Sembra imminente, infatti, l'annuncio delle candidature di Nicola Cosentino e di Marcello Dell'Utri, al Senato, e di Marco Milanese, imputato a Roma per finanziamento illecito nell'ambito del processo sugli appalti Enav e indagato a Milano per corruzione nell'inchiesta sul presidente di Bpm, Ponzellini.
Alla manifestazione elettorale di ieri del Pdl a Napoli erano in prima fila non solo Cosentino, ma anche Alfonso Papa, finito a Poggio Reale durante la legislatura. «Abbiamo letto le carte processuali di Cosentino – spiega il commissario campano, Nitto Palma – e vi è un impianto accusatorio non accettabile». Per Cosentino, prosegue, non sembra che l'impianto accusatorio possa essere sufficiente a dire a no a un suo ritorno in Parlamento. Più cauto il governatore Stefano Caldoro, secondo il quale chi sa di poter essere una zavorra per la sua situazione giudiziaria dovrebbe saper fare un passo indietro.
Completamente diversa la posizione di Altero Matteoli, che è poi quella dominante nel partito: bisogna essere severi solo con i candidati passati in giudicato. Per tutti gli altri, indagati o condannati solo in primo o secondo grado, porte aperte. La realtà, si afferma tra i berlusconiani a microfono rigorosamente muto, è che è difficile rinunciare a una candidatura come quella di Cosentino, che «in Campania rappresenta un pacchetto di voti non indifferente». Tanto che si pensa a lui, appunto, per il Senato, che nella prossima legislatura rischia di diventare l'ago della bilancia. Lui, l'interessato, due ordinanze di arresto respinte dalla Camera culminate in due processi, non commenta e ai cronisti che lo incalzano ribatte: «Finalmente qualcuno si è letto le mie carte». Marcello Dell'Utri, invece, si conferma che dovrebbe trovare ospitalità nella lista di Miccichè. Ma il tormentone «liste pulite» interessa un po' tutti i partiti, anche il Pd, come dimostrano la polemica dei giorni scorsi su nomi come quello di Vladimiro Crisafulli, coinvolto in Sicilia in varie inchieste giudiziarie.
Tengono banco anche le «liste di famiglia», come dimostra la polemica esplosa sulla candidatura nella Lista Monti della cognata di Casini, Silvia Noè, e del fidanzato della figlia, Azzolini.
Lunedì 14 Gennaio 2013,L'ECO DI BG.
E' eloquente la vignetta. Sono proprio tutti delinquenti; Senza ritegni Casini, che pur di essere eletto si propone, da divorziato, a difensore della famiglia. Come diceva qualcuno a noi ben caro, Ha proprio la faccia come il C...o. Ma costoro non sanno che in Italia siamo 30 milioni che possiamo essere eletti a cariche politiche e non i soliti 2 mila? Mandiamoli a casa senza votarli, visto che pensano di essere nella Corea del nord, dove il figlio succede al padre.
RispondiEliminaSono delle facce di bronzo senza dignità.
EliminaCasini è un grande, strenuo difensore della famiglia... la sua:
RispondiEliminahttp://odiolacasta.blogspot.it/2013/01/casini-e-il-valore-della-famiglia-ecco.html
x info
RispondiEliminaqual'e' la molla che spinge ad agire Casini schierandosi contro tutto e contro tutti ?
I fermi ideali di difendere la famiglia ?
...e' pluridivorziato.
I fermi ideali cattolici ?
...non puo' farsi nemmeno la comunione proprio xche' divorziato.
La sua "sicurezza" interiore gli viene da ben altro. Dai grossi capitali del suocero, il costruttore ed editore romano Caltagirone che nella classifica degli uomini piu' ricchi d'Italia e' nei primi 10 assieme a Berluskoni.
Quindi la politica da noi e' sempre e solo questione di soldi ?
Sinceramente a me pare proprio di si. E forse nemmeno in Colombia nel regno dei narcotrafficanti e' cosi'.
Probailmente da loro il voto di un cittadino vale piu' del nostro...
libero
I divorziati con la coscienza a portafoglio si propongono sempre come persone ricche di valori, impegnati nel sociale, pronti a parlare di "valori non negoziabili" che sono stati da loro violati. Che credibilità hanno queste persone?
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