COSI' NON VA!
di GIANMARCO GABRIELI
portavoce Italia Futura Lombardia
di GIANMARCO GABRIELI
portavoce Italia Futura Lombardia
Cari onorevoli Antonio Misiani (Pd) e Maria Stella Gelmini
(Pdl),così non va.
Le notizie di stampa, in particolare del quotidiano «La
Repubblica», riportano di una nuova
opera, che vi vede protagonisti,messa in cantiere in formato bipartisan
per salvare il finanziamento
pubblico ai partiti.
Tale proposta, definita «rimborso a progetto», consentirebbe ai
partiti di poter ricevere
fondi per realizzare singoli progetti e così la politica
riuscirebbe ancora una volta a
gabbare gli elettori e a trovare l’ennesima forma di
sostentamento a totale carico dello Stato.
Da vent’anni, dal lontano tramite referendum (passato con un
consenso del 90% dei votanti)
l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti e da vent’anni
la politica si scontra con la volontà
popolare inventando prima gli ipocriti«rimborsi elettorali» ed ora
i «rimborsi a Progetto».
A maggior ragione in questi anni di austerity, viene richiesto alla
politica di dare l’esempio,
trovando delle soluzioni che consentano di non gravare in
maniera eccessiva, di adottare metodi
di trasparenza e controllo esterno, che sono necessari per
prevenire gli abusi di cui le cronache
ci hanno inondato.
Come Italia Futura, abbiamo avanzato da alcuni anni la proposta di
abolire il finanziamento
pubblico ai partiti e di sostituirlo con la sola contribuzione volontaria
delle persone fisiche, con un
limite massimo di 5 mila
euro annui,accompagnata da una compartecipazione dello Stato tramite
un credito d’imposta al 50%.
Se ritenete troppo liberale che l’unica forma di finanziamento sia
quella privata, abbiate almeno
il coraggio e il decoro,qualsiasi forma di finanziamento pubblico
intendiate adottare, di imporre un tetto
massimo che sia una frazione di quello attuale e che questo sia
legato a due sole variabili:
il numero dei votanti e il Pil pro capite. La buona politica avrà
la possibilità di essere premiata,
se saprà attrarre gli elettori al voto e se le condizioni economiche
generali lo permetteranno.
da L'ECO DI BERGAMO.
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