I postumi del Botellòn «Già sbronzi a 15 anni Dove sono i genitori?»
Federico Biffignandi - L'ECO DI BERGAMO
Riglietta, esperto dell'Asl: conseguenze gravi per un fenomeno allarmante e in crescita Il 25% degli undicenni beve una volta al mese
La quinta edizione del Botellòn, la festa alcolica organizzata sabato sera alla Fara tramite Facebook dai ragazzi bergamaschi, non ha creato particolari problemi di ordine pubblico. A parte qualche schiamazzo, un po' di musica e qualche coro non ci sono stati eccessi evidenti. Anche il giorno dopo non si è dovuta effettuare alcuna conta dei danni perché il prato della Fara si è presentato in buone condizioni: giusto qualche bottiglia di vino e birra ma in quantità minima. Come già accennato sul giornale di ieri, però, quello che ha colpito è stata la quantità enorme di ragazzini minorenni (tra i 15 e i 17 anni) che hanno animato la festa a suon di bottiglie di vino bevute senza scrupoli fino all'ultima goccia. Questo episodio ha riportato in primo piano il problema del fenomeno alcolismo diffuso tra i giovanissimi, fenomeno che negli ultimi anni si sta accentuando e ciclicamente ritorna prepotentemente a far riflettere. Un recente studio della Hbsc (Health behaviour in school aged children) ha dato risultati ai limiti dell'incredibile: tra gli undicenni italiani c'è un 25% che beve alcolici una volta al mese, un 4% che lo fa ogni settimana e un 2% che beve ogni giorno. Fra i tredicenni il 45% beve alcolici ogni mese, il 10% ogni settimana e il 2% ogni giorno. Fra i quindicenni ha un consumo mensile il 45%, settimanale il 36% e quotidiano il 6%. Concentrandoci sui ragazzi bergamaschi la tendenza è purtroppo simile a quella nazionale: Espad Italia ha detto che il 91% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni ha consumato bevande alcoliche almeno una volta (l'84% nell'ultimo anno); il 73% nell'ultimo mese e il 6,5% ogni giorno. Tra coloro che hanno bevuto alcol nell'ultimo anno, più della metà lo ha fatto dalle 6 alle 39 volte, anche se per il 26% dei maschi ed il 15% delle femmine il consumo è stato più frequente (40 e più volte nel corso dell'anno). I ragazzi che bevono scelgono soprattutto birra (37,9%), vino (35,8%), «alcolpop», alcolici alla frutta (33,9%), cocktail (33%) e superalcolici (26,4%).
Il "binge drinking»
A preoccupare maggiormente gli esperti è il continuo crescere del «binge drinking» ovvero un'usanza tipicamente anglosassone che consiste nel bere poche volte ma in grandi quantità superando di gran lunga le dosi che garantiscono una certa lucidità. Dati ufficiali dicono che il binge drinking è praticato dal 60% dei maschi e addirittura dal 74% delle femmine al massimo due volte in un mese, mentre il 14% dei ragazzi e il 9% delle ragazze lo ha fatto almeno sei volte. A confermare questa preoccupazione c'è il dottor Marco Riglietta, direttore settore dipendenze dell'Asl di Bergamo: «Il fenomeno dell'alcolismo è diffuso tra i giovanissimi ormai da una decina di anni – ha spiegato –. La prima domanda che viene spontaneo porsi è: dove sono i genitori? Purtroppo la risposta è che l'alcolismo è sottovalutato, si tende a dare molta più importanza all'educazione sul pericolo delle droghe. Noi italiani abbiamo ormai assunto la tradizione anglosassone del binge drinking e questo complica le cose perché gli effetti negativi sul sistema nervoso centrale sono più acuti». E Riglietta aggiunge: «Proprio gli effetti dell'alcol sono quelli più preoccupanti perché l'alcol disinibisce e spesso provoca risse o violenze sessuali; l'altro problema grosso è quello dei ragazzi ubriachi che si mettono alla guida di auto e moto mettendo a repentaglio la propria vita e quella degli altri».
Agli adolescenti vanno dati valori per la vita, non denaro per rovinarsela.
RispondiEliminaQuesta è soltanto una delle conseguenze.