«Cambiare il Porcellum» Ma il Pdl tira il freno
Il governo riunito in conclave individua un percorso per le riforme costituzionali. Ma sulla legge elettorale il Pdl sembra intenzionato a imporre uno stop. Il premier Enrico Letta vorrebbe cambiare il Porcellum, insieme alla legge sui partiti (riforma dell'articolo 49 della Costituzione), entro i primi 100 giorni dell'esecutivo, mentre i capigruppo berlusconiani di Camera e Senato, Renato Brunetta e Renato Schifani, dichiarano, al termine di una riunione congiunta dei parlamentari, che la legge Calderoli si dovrà cambiare solo dopo le riforme costituzionali. Cioè, dopo che si sarà deciso di «adottare» o meno una nuova forma di governo. L'altolà del centrodestra piace poco al Pd. Ma potrebbe anche non trattarsi del solito muro contro muro visto che anche Letta parla di una sorta di «clausola di salvaguardia», una specie di ipoteca da mettere sul Porcellum nel caso la situazione dovesse precipitare. L'idea sarebbe quella di introdurre una modifica nel testo, come ad esempio il premio di maggioranza su base nazionale al Senato o una norma che consenta di tornare al Mattarellum. Quindi rimettere davvero mano al testo verso la fine della legislatura. Se si dovesse fare subito la modifica, si spiega in ambienti del governo, si potrebbe pensare che l'esecutivo Letta abbia i giorni contati e si torni alle urne senza aver fatto altro. Se si dovesse, invece, far slittare a dopo le riforme, si potrebbe credere che non ci sia più l'intenzione di cambiare la legge attuale.
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