Gli scavi archeologici
nell’antica chiesa
di Sant’Andrea in Catello
di Daniele Selmi - Bergamonews
A Villa d’Adda, in località Catello, è situata l’antica chiesa di Sant’Andrea Apostolo. Iniziata nel 1454 sui resti della precedente chiesa medievale, è stata ultimata econsacrata nel 1469. Grazie alla collaborazione e ai finanziamenti del suo proprietario, nonché presidente della Pro Loco Villa d’Adda, Gianpietro Biffi, a partire dal 2005 è stato possibile effettuare una completa campagna di scavi archeologici, coordinati dalla dottoressa Maria Fortunati della Soprintendenza Archeologica della Lombardia.
A seguito di questi scavi, il sito è stato completamente musealizzato e reso visitabile.
La chiesa è citata per la prima volta nel 1149, ma sicuramente è stata fondata su un luogo di culto preesistente; purtroppo, gli scavi archeologici non hanno consentito di individuare nessuna traccia precisa del più antico edificio altomedievale, fatta eccezione per alcuni pietre squadrate poste nella parte interrata, forse delimitanti il sagrato o l’antico cimitero. Se della chiesa precedente a quella esistente non è rimasta quasi nessuna traccia, non va esclusa l’ipotesi che il primitivo edificio fosse costruito in materiale deperibile, ad esempio una chiesa lignea (si veda la prima chiesa funeraria in località San Tomé di Carvico).
Gli scavi hanno, invece, portato alla luce un’articolata sequenza archeologica di necropoli: infatti, complessivamente sono state rinvenute 46 sepolture, distribuite in arco cronologico compreso tra l’VIII secolo e il XVII secolo.
Alla fase altomedievale risalgono 25 tombe databili tra l’VIII e il IX secolo, tutte inumazioni orientate est-ovest, con la testa a ovest; quindici tombe sono costruite con lastre litiche infisse a coltello con fondo in terra battuta, mentre due presentano spallette realizzate con pietre legate con malta; sei sono in opera a secco e, infine, due in muratura con fondo in lastre di pietra.
Questo complesso gruppo di sepolture è suddividibile in tre fasi principali sulla base dei rapporti stratigrafici e in ulteriori sottofasi in base ai riusi. In particolare, la tomba 11 riutilizza una struttura precedente a cassa con alveo cefalico, costruita a secco con pietre sbozzate di grosse dimensioni, mentre il fondo è in nuda terra. All’interno è stata poi collocata una cassa lignea, di cui sono rimasti i chiodi ossidati, che conserva il corpo di un adulto che indossa un anello con emblema e i cui vestiti si sono decomposti tranne 2 anelli della cintura. Le tombe altomedievale sono coperte da uno strato sabbio-limoso spesso 70 cm e, in particolare, alcune di queste sono tagliate dalla fondazione della parete sud e della facciata ovest della chiesa risalente all’età romanica.
Questo complesso gruppo di sepolture è suddividibile in tre fasi principali sulla base dei rapporti stratigrafici e in ulteriori sottofasi in base ai riusi. In particolare, la tomba 11 riutilizza una struttura precedente a cassa con alveo cefalico, costruita a secco con pietre sbozzate di grosse dimensioni, mentre il fondo è in nuda terra. All’interno è stata poi collocata una cassa lignea, di cui sono rimasti i chiodi ossidati, che conserva il corpo di un adulto che indossa un anello con emblema e i cui vestiti si sono decomposti tranne 2 anelli della cintura. Le tombe altomedievale sono coperte da uno strato sabbio-limoso spesso 70 cm e, in particolare, alcune di queste sono tagliate dalla fondazione della parete sud e della facciata ovest della chiesa risalente all’età romanica.
E’ quindi possibile che la necropoli altomedievale si estendesse oltre i limiti dell’attuale edificio o, forse, che il luogo di culto originario fosse collocato in un’altra posizione. Quando la chiesa viene costruita in età bassomedievale/romanica, vengono collocate altre quattro sepolture a cassa costruite con pietre e laterizi legati con malta e chiuse con lastre di pietra: insieme agli scheletri non sono stati rinvenuti oggetti di corredo.
In età rinascimentale e, successivamente, durante il periodo barocco, tra il 1450 e il 1750 circa, la chiesa è stata totalmente ristrutturata: sono stati realizzati l’altare principale e i due altari orientali, il campanile, la sagrestia delle confraternite e le decorazioni interne in stile barocco; a questa fase sono databili otto grandi camere sepolcrali dotate di copertura a volta e con murature e pavimentazione in pietre e laterizi legati con malta, otto tombe a cassa in muratura con copertura a volta ribassata in laterizio e una tomba in fossa semplice coperta con lastre di pietra. Non sono stati trovati particolari reperti, salvo alcuni anelli di bronzo con castone.
A scavi ultimati, in accordo tra proprietà e Soprintendenza, si è proceduto alla musealizzazione delle tombe e delle camere tombali. Ne sono risultati tre tipologie particolari di visita: la prima rende visibile dal piano dell’aula, in piena aria, la gran parte delle tombe altomedievali; la seconda rende possibile la veduta delle tombe transitando sopra un grande ponte in cristallo che collega l’aula della chiesa con l’uscita; infine, la terza possibilità di visita consiste in un percorso catacombale sotterraneo che di fatto interessa tutta l’aula della chiesa, collegando tutte le tombe rinascimentali.
La chiesa, sconsacrata per vari motivi nel 1940 ma tuttora utilizzata per cerimonie liturgiche e per manifestazioni culturali e artistiche, è visitabile, anche senza prenotazione, ogni primo sabato del mese alle 15. La visita guidata sarà tenuta dallo stesso proprietario e presidente dellaPro Loco Villa d’Adda, Gianpietro Biffi, che ha gentilmente contribuito alla realizzazione di quest’articolo, fornendo anche alcune fotografie della chiesa allo stato attuale.
Bibliografia:
FORTUNATI M. (a cura di) 2006 – Medioevo a Bergamo. Archeologia e antropologia raccontano le genti bergamasche. EDIZIONI ET, MILANO.
FORTUNATI M. – GHIROLDI A. 2007, La chiesa di Sant’Andrea in Villa d’Adda, in Storia Economica e Sociale di Bergamo. Dalla preistoria al medioevo, Vol. II, Cenate Sotto, pp. 859-861
FORTUNATI M. – GHIROLDI A. 2008, Villa d’Adda (BG), ex chiesa di Sant’Andrea in Catello. Un’area cimiteriale pluristratificata: dall’età altomedievale all’epoca rinascimentale, in “Notiziario 2006. Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia”, Milano, pp. 41-43
Un bellissimo esempio di come si recuperano gli immobili vecchi, e GianPietro ne è l'esempio, una persona squisita di grandi valori morali e di una grande professionalità in questi lavori che bisogna solo ringraziarlo per tutto quello che ha fatto a Villa d'Adda, che non gli viene riconosciuto volutamente solo per le tante invidie distribuite qua e la ad hoc. Comunque bravo Giampietro, un Sindaco che ci voleva finalmente a Villa d'Adda per far fare un salto di qualità al paese, complimenti ancora Giampietro, un tuo grande estimatore (ci siamo sentiti ultimamente al telefono).
RispondiEliminaLa gente stanca adesso sicuramente l'avrebbe voluto come sindaco esempio di chi tiene veramente al nostro paese!!!!
RispondiEliminaPersona umile e distinta
non ho capito il 2° commento!!!!! ma!!! è uno sfotto? verso la persona di g.p.?
RispondiElimina