Dagli ebrei ai musulmani grande adesione al digiuno
Si infittisce la schiera delle adesioni alla giornata di preghiera e di digiuno proposta dal Papa per sabato prossimo per dire no all'uso delle armi in Siria, in Medio Oriente e in tutti i focolai di guerra nel mondo. E sono adesioni per così dire «trasversali», che vanno cioè dai cattolici ai laici passando per i musulmani e gli ebrei. A cominciare dal mondo politico: se avevano già risposto all'appello di Francesco i ministri Maurizio Lupi, Mario Mauro e Giampiero D'Alia, ieri è stata la volta del ministro per l'Integrazione Cécile Kyenge, che in un tweet ha annunciato che digiunerà «per costruire insieme a voi e a Papa Francesco una pace oltre i confini e le frontiere». E non è l'unico esponente politico ad aver reso nota la sua adesione alla giornata di preghiera e digiuno: ci sono anche i senatori del Partito democratico Rosy Bindi e Vannino Chiti, l'europarlamentare Silvia Costa, il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci e quello delle Marche, Gian Mario Spacca, il governatore della Puglia e leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, che chiede «scelte politiche di digiuno dalla guerra». A dimostrazione della universalità dell'iniziativa di Jorge Bergoglio, ieri anche ebrei e musulmani hanno dichiarato la loro adesione. Sabato prossimo anche le preghiere della comunità ebraica di Roma si uniranno a quelle del Papa, ha annunciato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, sottolineando la «sintonia» con tutti coloro che sabato si raccoglieranno in preghiera. E così pure il direttore del Centro islamico della Moschea di Roma, Abdellah Redouane, dopo che già l'Unione delle comunità islamiche in Italia aveva espresso apprezzamento, ha confermato l'adesione all'iniziativa del Papa: «Da tempo stiamo pregando per la pace in Siria, non vedo perché non aderire a questo appell
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