Gli gnomi senza volto e i dittatori silenti
Tra gli ambasciatori a cui il Papa parlava ieri mattina c'era il diplomatico del Granducato di Lussemburgo, che ha annunciato da poco di essere disposto a rinunciare dal 2015 al segreto bancario. Sarebbe un resa, importante, che potrebbe innescare una frana pronta a travolgere i paradisi fiscali e a distruggere il totem piantato al centro di isolette e di staterelli che governano quella che Bergoglio ha definito «la dittatura dell'economia senza volto», una «tirannia invisibile». Il Lussemburgo ne è un esempio chiarissimo. Il peso del sistema bancario lussemburghese sul Pil prodotto nel Granducato è spaventoso, venti volte superiore. E se il Lussemburgo cede, potrebbero arrendersi anche altre roccaforti del sistema offshore, patria di riciclatori e di evasori fiscali. Le parole di Papa Francesco rafforzano così le campagne mondiali contro gli gnomi senza volto della finanza brutale, ma anche le politiche di alcuni Stati che hanno avviato una lotta che potrebbe diventare la guerra totale a quella che l'economista americano Joeffrey Sachs definisce «la più grande e dannosa frode al mondo».
Secondo il Rapporto del «Tax justice network», una rete di duecento organizzazioni mondiali, tra ong e centri studi economici indipendenti, il denaro nascosto dai super-ricchi vale 21 mila miliardi di dollari, pari al Prodotto interno lordo degli Stati Uniti e del Giappone. Se su questi fondi venissero almeno pagate le tasse, si potrebbero evitare misure di austerità che provocano drammi sociali e impostare più efficaci campagne globali contro la povertà. Ma oggi non è così, anche se qualcosa si muove. Obama ha avvertito che le cose vanno cambiate e cinque Paesi europei, tra cui l'Italia, hanno avviato un progetto per realizzare un sistema di interscambio dei dati dei contribuenti. Potrebbe servire a illuminare molti scenari che vengono gelosamente tenuti nascosti e avere risultati devastanti per gli evasori mondiali globali. Bergoglio ha spiegato con chiarezza le nefandezze che provoca l'evasione globale. In realtà tutti lo sanno nelle stanze ovattate dei palazzi della finanza tra Londra, New York e Shanghai. Le banche sono state salvate dopo i capitomboli degli anni passati proprio perché il sistema potesse resistere. Insomma, i paradisi fiscali non sono una manifestazione patologica del sistema economico, ma ne costruiscono la parte sostanziale. Non sono collocati in oscuri sottoscala nel Terzo mondo, ma si rispecchiano nelle luci della City e nei grattacieli dello sky line di Wall Street. Bisogna leggere il libro di Nicholas Shaxon «Le isole del tesoro» per indignarsi e capire che sono i Paesi ricchi ad avere la responsabilità più grave. Così, il salvataggio delle banche è risultato una colossale operazione di ridistribuzione della ricchezza alla rovescia e alla fine i ricchi sono ricchi come non mai. Ma sempre invisibili e tiranni, come ha denunciato il Papa. La ricchezza dell'evasione provoca morti per fame, per malattie, disastri ambientali e guerre per il controllo delle materie prime. Qualcuno lo chiama buco nero dell'economia, ma non è così. È governato secondo regole precise, ancorché uguali a quelle di una tragica dittatura. Sono le regole degli intricati gruppi finanziari, cumuli di aziende per nascondere voci e cifre, siti nominali, multi-giurisdizionali, reti che scivolano verso l'illegalità nell'orizzonte pallido dell'ingiustizia globale. Il quotidiano inglese «Guardian» ha scritto l'anno scorso che «gli affari più grossi del mondo sono legati alla fabbrica dell'elusione fiscale globale». Significa che non soltanto i ricchi possiedono molti più soldi di quello che sarebbe giustificabile, ma che ne hanno un'abbondante quota nascosta da qualche parte. Vale per Paesi ricchi, ma anche per quelli poverissimi, la cui ricchezza spesso è offshore, fatta sparire dalle élite al potere. Se almeno la tassassimo con il trenta per cento su un rendimento solo del tre per cento, come suggeriscono a bassa voce gli autori del Rapporto, ci sarebbe un mucchio di soldi, per esempio il doppio di quanto l'Oecd (l'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica) spende per i poveri. E sarebbe solo un tassa sul reddito evaso e non su capitali finanziati o beni già acquistati, yacht o quadri preziosi. Cosa provocherà l'invettiva di Papa Francesco ai dittatori silenti?
Alberto Bobbio - L''ECO DI BERGAMO
belle parole belle illusioni e rimangono li !!nei secoli dei secoli amen
RispondiEliminal evasione con il riciclaggio non la ferma nessuno
quando i cinesi vengono a comprarvi il vs locale o negozio o attività con i soldi in CONTANTI SENZA CHIEDERE SCONTI non vi siete mai chiesti DA QUALI FONTI PROVENISSERO ..sono puliti..
RispondiEliminaCHI VIGILA CHI CONTROLLA ..????
libero