Condono, schiaffo a chi crede nella legalità.
E sul campo di battaglia,con il sibilo di un gas tossicoplanò la parola «condono».
La più allettante,a più velenosa, a conferma che Silvio Berlusconi ha deciso di alzare ancora la posta
e di portare la sfida elettorale ai confini della realtà.
Condono tombale su tutto,promette il leader del centrodestra probabilmente non soddisfatto delle ultime
offensive mediatiche.
Lui che vive di sondaggi deve avere colto qualcosa che non funziona nella sbandierata rimonta, se è arrivato in 24 ore ad annunciare la restituzione dell’Imu sulla prima casa e poi il condono.
Fra i due assi nella manica c’è una differenza abissale.
Il primo, pur senza copertura finanziaria, è un progetto legittimo che sta albergando anche nei recessi della mente di Mario Monti.
Semmai è bizzarro il modo con cui il Cavaliere elettrico pensa di restituire la tassa agli italiani. «Faremo un accordo con le Poste. Ma se uno non vuole andare all’ufficio postale, trasmette al ministero del Tesoro i suoi
estremi bancari e il Tesoro fa il bonifico in 10 minuti ». Nella frase c’è tutto il colore elettoralistico della proposta. Mentre le imprese sono sull’orlo del collasso anche per colpa dello Stato che impiega un anno a pagare i fornitori privati, secondo Berlusconi il Tesoro sarebbe in grado di mandare a buon fine un bonifico «in dieci minuti».
In Germania e in Norvegia può darsi. Qui neanche in dieci mesi, forse in dieci anni.
Il secondo asso invece è intriso di veleno.
E dimostra come Berlusconi, ancora una volta, accetti di scendere a patti con la zona grigia in cui abita l’illegalità pur di spostare i voti che gli servono.
Condono fiscale per mettere una pietra sopra al fiume di evasione che strangola il nostro Paese. Condono
edilizio per dare un colpo di spugna agli illeciti dei furbetti del mattone. Condono tombale per chiudere equivoche pratiche finanziarie e rimandare in giro – profumati e inamidati – autentici delinquenti.
Se tutto il resto, pur nel folclore del contesto,è lecito, secondo noi il condono è immorale.
Si dimostra il vessillo di una politica ancora una volta incline alla strizzatina d’occhio, all’accordo sottobanco,
al «tengo famiglia». In definitiva alla mazzetta.
Questo Paese ha un deficit di credibilità che va colmato e l’annus horribilis delle imposte e delle inchieste giudiziarie è parso a molti come una traversata del deserto al termine della quale sarà possibile un rilancio nell’ottica di una politica più lineare, più pulita.
Per questo la parola «condono» cala come uno schiaffo, come un insulto alla legalità e all’idea stessa di politica purificata.
Speriamo che Berlusconi lasci perdere e cambi idea. Anche perché l’esperto di condoni dei suoi ultimi
due governi – Giulio Tremonti, oggi campione della Lega – è il primo ad essere perplesso. Uno studio della Cgia di Mestre dimostra che tutti i condoni (dal 1973 al 2009) avrebbero prodotto un incasso di 104 miliardi, vale a dire l’equivalente di un solo anno di evasione fiscale. Insomma un flop.
L’unico condono a funzionare fu quello deciso dall’imperatore Adriano nel 118 dopo Cristo per conquistare
simpatia e consenso qualche mese dopo essere salito al trono. Fu la più grande sanatoria tributaria nella storia dell’Europa ed ebbe effetto dal Colosseo sino ai più sperduti villaggi di Caledonia e Tracia dove vigeva la legge del taglione.
Oggi, purtroppo per Berlusconi e per noi, vige la legge dello Spread.
Che infatti è tornato a salire come la febbre e ad erodere agli italiani il tesoretto di interessi passivi accumulato negli ultimi mesi.
Attenti a spararla troppo grossa, i mercati non condonano niente a nessuno.
Giorgio Gandola - L'ECO DI BERGAMO,5 febbraio 2013
------------------------------------------------------
Tra ironia e insulti
«Imu choc»
E il websi scatena
Si scatena l’ironia sui social network
sulla cosiddetta «Proposta choc» di
Silvio Berlusconi: addirittura su
Twitter il parodico hashtag #proBastachoc
è la seconda tendenza. I cinguettii
sono tutti all’insegna dell’ironia,
e tra essi si trovano quelli di
esponenti di altri partiti. I più sarcastici
sono quelli di utenti non famosi
e giocano quasi tutti sulla promessa
della «restituzione» dell’Imu:
«Restituiremo la puntualità a Trenitalia
», «restituiremo la Santanchè
all’industria petrolchimica», «restituiremo
Brunetta ai Ricchi e Poveri
», «restituiremo Ruby ai suoi veri
zii», «restituiremo la casa a Scajola,
ma a sua insaputa», «restituiremo il
rigore di ieri all’Udinese».
Qualche altro Tweet è più politico:
«restituiremo le frequenze a Europa
7»; «restituiremo Bankitalia spa
agli italiani», «restituiremo a Verdini
il Credito cooperativo fiorentino».
E sul campo di battaglia,con il sibilo di un gas tossicoplanò la parola «condono».
La più allettante,a più velenosa, a conferma che Silvio Berlusconi ha deciso di alzare ancora la posta
e di portare la sfida elettorale ai confini della realtà.
Condono tombale su tutto,promette il leader del centrodestra probabilmente non soddisfatto delle ultime
offensive mediatiche.
Lui che vive di sondaggi deve avere colto qualcosa che non funziona nella sbandierata rimonta, se è arrivato in 24 ore ad annunciare la restituzione dell’Imu sulla prima casa e poi il condono.
Fra i due assi nella manica c’è una differenza abissale.
Il primo, pur senza copertura finanziaria, è un progetto legittimo che sta albergando anche nei recessi della mente di Mario Monti.
Semmai è bizzarro il modo con cui il Cavaliere elettrico pensa di restituire la tassa agli italiani. «Faremo un accordo con le Poste. Ma se uno non vuole andare all’ufficio postale, trasmette al ministero del Tesoro i suoi
estremi bancari e il Tesoro fa il bonifico in 10 minuti ». Nella frase c’è tutto il colore elettoralistico della proposta. Mentre le imprese sono sull’orlo del collasso anche per colpa dello Stato che impiega un anno a pagare i fornitori privati, secondo Berlusconi il Tesoro sarebbe in grado di mandare a buon fine un bonifico «in dieci minuti».
In Germania e in Norvegia può darsi. Qui neanche in dieci mesi, forse in dieci anni.
Il secondo asso invece è intriso di veleno.
E dimostra come Berlusconi, ancora una volta, accetti di scendere a patti con la zona grigia in cui abita l’illegalità pur di spostare i voti che gli servono.
Condono fiscale per mettere una pietra sopra al fiume di evasione che strangola il nostro Paese. Condono
edilizio per dare un colpo di spugna agli illeciti dei furbetti del mattone. Condono tombale per chiudere equivoche pratiche finanziarie e rimandare in giro – profumati e inamidati – autentici delinquenti.
Se tutto il resto, pur nel folclore del contesto,è lecito, secondo noi il condono è immorale.
Si dimostra il vessillo di una politica ancora una volta incline alla strizzatina d’occhio, all’accordo sottobanco,
al «tengo famiglia». In definitiva alla mazzetta.
Questo Paese ha un deficit di credibilità che va colmato e l’annus horribilis delle imposte e delle inchieste giudiziarie è parso a molti come una traversata del deserto al termine della quale sarà possibile un rilancio nell’ottica di una politica più lineare, più pulita.
Per questo la parola «condono» cala come uno schiaffo, come un insulto alla legalità e all’idea stessa di politica purificata.
Speriamo che Berlusconi lasci perdere e cambi idea. Anche perché l’esperto di condoni dei suoi ultimi
due governi – Giulio Tremonti, oggi campione della Lega – è il primo ad essere perplesso. Uno studio della Cgia di Mestre dimostra che tutti i condoni (dal 1973 al 2009) avrebbero prodotto un incasso di 104 miliardi, vale a dire l’equivalente di un solo anno di evasione fiscale. Insomma un flop.
L’unico condono a funzionare fu quello deciso dall’imperatore Adriano nel 118 dopo Cristo per conquistare
simpatia e consenso qualche mese dopo essere salito al trono. Fu la più grande sanatoria tributaria nella storia dell’Europa ed ebbe effetto dal Colosseo sino ai più sperduti villaggi di Caledonia e Tracia dove vigeva la legge del taglione.
Oggi, purtroppo per Berlusconi e per noi, vige la legge dello Spread.
Che infatti è tornato a salire come la febbre e ad erodere agli italiani il tesoretto di interessi passivi accumulato negli ultimi mesi.
Attenti a spararla troppo grossa, i mercati non condonano niente a nessuno.
Giorgio Gandola - L'ECO DI BERGAMO,5 febbraio 2013
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Tra ironia e insulti
«Imu choc»
E il websi scatena
Si scatena l’ironia sui social network
sulla cosiddetta «Proposta choc» di
Silvio Berlusconi: addirittura su
Twitter il parodico hashtag #proBastachoc
è la seconda tendenza. I cinguettii
sono tutti all’insegna dell’ironia,
e tra essi si trovano quelli di
esponenti di altri partiti. I più sarcastici
sono quelli di utenti non famosi
e giocano quasi tutti sulla promessa
della «restituzione» dell’Imu:
«Restituiremo la puntualità a Trenitalia
», «restituiremo la Santanchè
all’industria petrolchimica», «restituiremo
Brunetta ai Ricchi e Poveri
», «restituiremo Ruby ai suoi veri
zii», «restituiremo la casa a Scajola,
ma a sua insaputa», «restituiremo il
rigore di ieri all’Udinese».
Qualche altro Tweet è più politico:
«restituiremo le frequenze a Europa
7»; «restituiremo Bankitalia spa
agli italiani», «restituiremo a Verdini
il Credito cooperativo fiorentino».
Benissimo!
RispondiEliminaPrepariamoci a costruire,sopraelevare od ampliare senza alcuna concessione.
Tanto poi arriva lui e ci condona tutto!
Liber1
Sembra che fra poco prometterà che restituisce anche i suoi capelli trapiantati!
RispondiEliminalo STATO toglie da una parte e da dall altra IL fine è sempre quellO che vinca berlusca o bersani con monti
RispondiEliminasempre più poveri
adesso siamo costretti a fare la nuova rivalutazione CATASTALE e vedrete che bella differenza $$$ per chi l avesse gia fatto no problem ma la maggior parte è tutta in classe più bassa
e io pago
libero