Il tempo delle parole e la cruda realtà.
Quel giorno di settembre la seduta del Senato fu sospesa.
Qualche volta succede, ma allora accadde perché il vicepresidente Domenico Nania era in ritardo mostruoso e la vicepresidente Rosy Mauro non voleva perdere il suo aereo.
Risultato: giù la saracinesca, il tempio della democrazia chiuso come un negozio di ferramenta nella pausa pranzo.
Non dimentichiamocelo.
Impazza la campagna elettorale, i politici sono tornati a fare ciò che riesce loro meglio,far suonare la fanfara. Ma noi non dimentichiamocelo. Non dimentichiamoci che abbiamo sulle spalle 140 miliardi di evasione fiscale, secondi in Europa solo alla Grecia, e che l'equilibrio fiscale nazionale sta tutto in un (quasi) gioco di parole: dipendenti e pensionati producono il 30 per cento della ricchezza nazionale, ma pagano l'80 per cento delle tasse. Non dimentichiamoci che, mentre i cittadini stringevano la cinghia e la stringono ancora, i consiglieri regionali del Lazio andavano a cena da Pasqualino al Colosseo e pagavano in media 17.000 euro a tavolata con la carta di credito degli italiani. E che anche un buon numero di quelli della Lombardia, in circostanze diverse, hanno usato denaro pubblico per scopi privati. Non dimentichiamoci che siamo sessantanovesimi nella classifica mondiale della corruzione, che la regione Sicilia nel 2012 ha dichiarato 6 miliardi di deficit ma il presidente continua ad avere una dotazione personale di 300.000 euro l'anno senza l'obbligo di giustificarne l'impiego.
A chi parla di tagli (recenti o lontani) alla spesa pubblica, ricordiamo che il nostro ambasciatore a Berlino guadagna più del doppio della kanzlerin Angela Merkel, che l'Italia tiene aperte 325 sedi diplomatiche nel mondo, mentre gli Stati Uniti (non propriamente un Paese oscurantista e ripiegato su se stesso) 50 in meno. Ricordiamo che il nostro presidente del Molise incassa più dei governatori degli Stati americani e che il consigliere laziale Franco Fiorito detto er Batman ha uno stipendio di 630.000 dollari in un anno mentre il presidente Obama 411.000. Non dimentichiamo che lo Stato è campione di inefficienza per colpa della politica, ma anche della pubblica amministrazione. Non dimentichiamo che il nostro sistema giudiziario ha speso tre miliardi, più di tutti gli altri Paesi dell'Ocse, per informatizzare la Giustizia. Ma poiché i server non si parlano fra loro, ogni procedimento continua ad essere tradotto in fascicolo cartaceo. Non dimentichiamo che molti burocrati amministrativi potrebbero cominciare a pagare una loro personalissima patrimoniale saldando gli affitti di casa a prezzi di mercato. Ma poiché non ne hanno nessuna intenzione, il patrimonio pubblico (tutto, comprese le caserme in centro città) resta blindato. Non dimentichiamo che il debito pubblico è al 126% del Pil e che, nonostante lo spread continui a scendere e l'export lombardo continui ad essere vincente, l'economia reale è in preda a perdurante depressione. Dimenticare tutto questo ci farebbe vivere meglio per qualche minuto, mentre i leader promettono sfracelli, ma ci farebbe perdere la bussola. Berlusconi e Maroni ripetono il mantra «meno Stato, meno spesa, meno tasse», ma lo fanno da vent'anni. Bersani ha un programma nel quale non esistono le parole «concorrenza» e «merito», forse per non irritare Fassina, orgoglioso di essersi iscritto al Pci nel 1986 quando il mondo intero (tranne lui) vedeva barcollare il Muro di Berlino. E il professor Monti - che pure ha restituito al Paese una credibilità internazionale dal valore inestimabile - per salvare la baracca ha ottenuto l'80 per cento del gettito dalle tasse e solo il 20 dai tagli: nessun'altra nazione al mondo s'è risanata così.
È il vizio della memoria, serve per alleviare l'anestetico delle parole. Ricordare adesso ci eviterà di svegliarci con una doccia gelata fra cinque settimane. Ma anche no.
Giorgio Gandola - L'ECO DI BERGAMO,Domenica 20 Gennaio 2013
Quel giorno di settembre la seduta del Senato fu sospesa.
Qualche volta succede, ma allora accadde perché il vicepresidente Domenico Nania era in ritardo mostruoso e la vicepresidente Rosy Mauro non voleva perdere il suo aereo.
Risultato: giù la saracinesca, il tempio della democrazia chiuso come un negozio di ferramenta nella pausa pranzo.
Non dimentichiamocelo.
Impazza la campagna elettorale, i politici sono tornati a fare ciò che riesce loro meglio,far suonare la fanfara. Ma noi non dimentichiamocelo. Non dimentichiamoci che abbiamo sulle spalle 140 miliardi di evasione fiscale, secondi in Europa solo alla Grecia, e che l'equilibrio fiscale nazionale sta tutto in un (quasi) gioco di parole: dipendenti e pensionati producono il 30 per cento della ricchezza nazionale, ma pagano l'80 per cento delle tasse. Non dimentichiamoci che, mentre i cittadini stringevano la cinghia e la stringono ancora, i consiglieri regionali del Lazio andavano a cena da Pasqualino al Colosseo e pagavano in media 17.000 euro a tavolata con la carta di credito degli italiani. E che anche un buon numero di quelli della Lombardia, in circostanze diverse, hanno usato denaro pubblico per scopi privati. Non dimentichiamoci che siamo sessantanovesimi nella classifica mondiale della corruzione, che la regione Sicilia nel 2012 ha dichiarato 6 miliardi di deficit ma il presidente continua ad avere una dotazione personale di 300.000 euro l'anno senza l'obbligo di giustificarne l'impiego.
A chi parla di tagli (recenti o lontani) alla spesa pubblica, ricordiamo che il nostro ambasciatore a Berlino guadagna più del doppio della kanzlerin Angela Merkel, che l'Italia tiene aperte 325 sedi diplomatiche nel mondo, mentre gli Stati Uniti (non propriamente un Paese oscurantista e ripiegato su se stesso) 50 in meno. Ricordiamo che il nostro presidente del Molise incassa più dei governatori degli Stati americani e che il consigliere laziale Franco Fiorito detto er Batman ha uno stipendio di 630.000 dollari in un anno mentre il presidente Obama 411.000. Non dimentichiamo che lo Stato è campione di inefficienza per colpa della politica, ma anche della pubblica amministrazione. Non dimentichiamo che il nostro sistema giudiziario ha speso tre miliardi, più di tutti gli altri Paesi dell'Ocse, per informatizzare la Giustizia. Ma poiché i server non si parlano fra loro, ogni procedimento continua ad essere tradotto in fascicolo cartaceo. Non dimentichiamo che molti burocrati amministrativi potrebbero cominciare a pagare una loro personalissima patrimoniale saldando gli affitti di casa a prezzi di mercato. Ma poiché non ne hanno nessuna intenzione, il patrimonio pubblico (tutto, comprese le caserme in centro città) resta blindato. Non dimentichiamo che il debito pubblico è al 126% del Pil e che, nonostante lo spread continui a scendere e l'export lombardo continui ad essere vincente, l'economia reale è in preda a perdurante depressione. Dimenticare tutto questo ci farebbe vivere meglio per qualche minuto, mentre i leader promettono sfracelli, ma ci farebbe perdere la bussola. Berlusconi e Maroni ripetono il mantra «meno Stato, meno spesa, meno tasse», ma lo fanno da vent'anni. Bersani ha un programma nel quale non esistono le parole «concorrenza» e «merito», forse per non irritare Fassina, orgoglioso di essersi iscritto al Pci nel 1986 quando il mondo intero (tranne lui) vedeva barcollare il Muro di Berlino. E il professor Monti - che pure ha restituito al Paese una credibilità internazionale dal valore inestimabile - per salvare la baracca ha ottenuto l'80 per cento del gettito dalle tasse e solo il 20 dai tagli: nessun'altra nazione al mondo s'è risanata così.
È il vizio della memoria, serve per alleviare l'anestetico delle parole. Ricordare adesso ci eviterà di svegliarci con una doccia gelata fra cinque settimane. Ma anche no.
Giorgio Gandola - L'ECO DI BERGAMO,Domenica 20 Gennaio 2013
Soprattutto non dimentichiamoci che quelli che oggi propongono soluzioni ai problemi sono gli stessi che i problemi li hanno creati. Incompetenti, ladri e bugiardi matricolati che hanno mentito, mentono e mentiranno ancora, sempre e solo con l'unico obbiettivo di vivere da nababbi, senza lavorare, alle spalle nostre.
RispondiEliminaVANNO DIMEZZATI! (individualmente).
Per tornare a vivere, li dobbiamo imbarcare tutti su un barcone e lasciarli andare alla deriva nell'oceano indiano, compresa quella stronza che appare in fotografia e coloro che nella piccola Villa d'Adda hanno emulato i loro compagni nazionali. Tutti ci hanno derubato .
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