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Massimo Gramellini
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17/11/2012
Tagliator Sottile
Sosteneva il sommo Brera che in certe persone l’intelligenza va
considerata un’aggravante, come l’ubriachezza nei fatti di sangue. E
Giuliano Amato, si sa, è molto intelligente. Intelligentissimo. In
un’intervista a «Sette» intrisa di fosforo, l’uomo che sussurrava ai
cinghiali (in un’altra era geologica era il camerlengo di Craxi) ha
proposto di garantire un’indennità agli onorevoli disoccupati, qualora
malauguratamente passasse la proposta di fissare un limite di due
legislature alla loro presenza in Parlamento. «Un trentenne eletto, dopo
due mandati, cioè a 40 anni, che cosa dovrebbe fare mentre aspetta di
compiere i 65? L’esodato di Stato?» si interroga Amato, interpretando
l’ansia di un Paese intero per la sorte di quei negletti. «Che cos’è, un
nemico da punire solo perché ha fatto politica?» Il quadro descritto da
Amato è obiettivamente drammatico: immagino il parlamentare licenziato
nel fiore degli anni, mentre vaga per le strade senza corona e senza
scorta, riducendosi a chiedere l’elemosina a qualche precario della
scuola.
A sua scusante, va detto che Amato sconta una certa inesperienza in
materia, avendo avuto in sorte un destino diverso: 31 mila euro lordi al
mese di pensione. Certo, reclamare l’indennità di reinserimento (che
peraltro già esiste) per una categoria che dovrebbe interpretare la
politica come servizio anziché come mestiere non richiede solo
intelligenza ma anche parecchio coraggio. Per quanto il più coraggioso
di tutti rimane colui che ha affidato l’incarico di preparare un piano
per il taglio dei costi della politica proprio ad Amato.
Speriamo che mettano un limite di eta' anche per essere eletti; dopo i 70 anni a casa altrimenti siamo sempre costretti a subire i ragli degli asini come Amato.
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