E i giovani puntano
a baratto e usato
sui social network
- L'ECO DI BERGAMO,Mercoledì 25 Luglio 2012
Altro che eBay: la moda che impazza ultimamente, per risparmiare e al tempo stesso guadagnare, è quella dei mercatini su Facebook, il social network più conosciuto dai giovani. Si apre un nuovo profilo, si caricano le foto di vestiti e oggetti che non servono più e il gioco è fatto.
E il popolo delle venditrici virtuali aumenta sempre più: studentesse che cercano di arrotondare rivendendo i propri vestiti; mamme che cercano di piazzare i vestitini del neonato ormai cresciuto; chi da vera e propria creativa si dà al decoupage o all'arte della pasta di pane o vende borse, gioielli e scatole decorate.
«L'idea è quella di rinnovare il guardaroba e poter guadagnare qualcosina piazzando i vestiti che non si usano più – spiega "Il mercatino di Lau vendo e scambio", profilo sotto il quale si cela una studentessa della Bergamasca –. Ho iniziato quasi per caso, da marzo 2011: avevo molti vestiti che non usavo più e non sapevo come smaltirli». All'inizio vendere era facile: «Sono riuscita a rivendere due paia di scarpe, un ciondolo, un abitino e una maglia, guadagnando circa 100 euro – racconta Il mercatino di Lau –. Ultimamente è più difficile: prima si riuscivano a effettuare anche scambi (un oggetto in cambio di un altro, dello stesso valore, ndr), ora quasi tutti preferiscono vendere». I vantaggi? Trovare occasioni con un semplice click e, a differenza dei siti, avere un contatto diretto con il venditore: «Mi sono aggiudicata un cellulare a 40 euro invece dei 120 del negozio, ed è praticamente nuovo. È senza garanzia, ma è da più di un anno che l'ho acquistato e non mi ha mai dato problemi. Inoltre si possono trovare cose di marca al solo prezzo della spedizione: ho comprato un paio di jeans Phard a sette euro». La spedizione e l'insicurezza delle poste è uno dei nei di cui «Il mercatino di Lau» si lamenta: «Se spediscono il tutto con la posta ordinaria, bisogna sperare che non vada persa. Un altro svantaggio è che i vestiti non si possono provare e non sempre si ha la possibilità di cambiarli».
Non mancano neppure le fregature: chi finge di spedire i pacchi, chi chiude il profilo per evitare feedback negativi. Sì, perché questi mercatini sono super organizzati: si creano dei veri e propri gruppi, dove si pubblicano annunci di quello che si cerca o vende, ma anche feedback, ovvero pareri (positivi e non) sui profili dai quali si è effettuato acquisti. «Dovevo traslocare – racconta "Niceandcheap Mercatino", anche lei di Bergamo – e avevo due valige di vestiti che non usavo più; inoltre ero a corto di soldi.
Così ho creato il profilo e ho provato a rivenderli.
Alla fine sono riuscita a guadagnare solo 50 euro, ma meglio di niente: mi sono pagata una bolletta».
G. F.
E il popolo delle venditrici virtuali aumenta sempre più: studentesse che cercano di arrotondare rivendendo i propri vestiti; mamme che cercano di piazzare i vestitini del neonato ormai cresciuto; chi da vera e propria creativa si dà al decoupage o all'arte della pasta di pane o vende borse, gioielli e scatole decorate.
«L'idea è quella di rinnovare il guardaroba e poter guadagnare qualcosina piazzando i vestiti che non si usano più – spiega "Il mercatino di Lau vendo e scambio", profilo sotto il quale si cela una studentessa della Bergamasca –. Ho iniziato quasi per caso, da marzo 2011: avevo molti vestiti che non usavo più e non sapevo come smaltirli». All'inizio vendere era facile: «Sono riuscita a rivendere due paia di scarpe, un ciondolo, un abitino e una maglia, guadagnando circa 100 euro – racconta Il mercatino di Lau –. Ultimamente è più difficile: prima si riuscivano a effettuare anche scambi (un oggetto in cambio di un altro, dello stesso valore, ndr), ora quasi tutti preferiscono vendere». I vantaggi? Trovare occasioni con un semplice click e, a differenza dei siti, avere un contatto diretto con il venditore: «Mi sono aggiudicata un cellulare a 40 euro invece dei 120 del negozio, ed è praticamente nuovo. È senza garanzia, ma è da più di un anno che l'ho acquistato e non mi ha mai dato problemi. Inoltre si possono trovare cose di marca al solo prezzo della spedizione: ho comprato un paio di jeans Phard a sette euro». La spedizione e l'insicurezza delle poste è uno dei nei di cui «Il mercatino di Lau» si lamenta: «Se spediscono il tutto con la posta ordinaria, bisogna sperare che non vada persa. Un altro svantaggio è che i vestiti non si possono provare e non sempre si ha la possibilità di cambiarli».
Non mancano neppure le fregature: chi finge di spedire i pacchi, chi chiude il profilo per evitare feedback negativi. Sì, perché questi mercatini sono super organizzati: si creano dei veri e propri gruppi, dove si pubblicano annunci di quello che si cerca o vende, ma anche feedback, ovvero pareri (positivi e non) sui profili dai quali si è effettuato acquisti. «Dovevo traslocare – racconta "Niceandcheap Mercatino", anche lei di Bergamo – e avevo due valige di vestiti che non usavo più; inoltre ero a corto di soldi.
Così ho creato il profilo e ho provato a rivenderli.
Alla fine sono riuscita a guadagnare solo 50 euro, ma meglio di niente: mi sono pagata una bolletta».
G. F.
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