Una lettrice racconta la sua
giornata in compagnia dell’informazione: «Apro i giornali e in prima pagina
trovo le dichiarazioni di Cassano sull’omosessualità. Salgo in macchina, accendo
la radio e stanno intervistando Cecchi Paone in merito alle dichiarazioni di
Cassano sull’omosessualità. Stufa, cambio frequenza, ma sull’altra emittente c’è
uno che intervista Vendola in merito alle dichiarazioni di Cassano
sull’omosessualità. Annoiata, cambio ancora e mi imbatto in un giornale-radio
che riporta la notizia delle dichiarazioni di Cassano in merito
all’omosessualità. Nauseata, smanetto su una quarta radio, dove un presentatore
malizioso chiede a un commentatore sportivo cosa ne pensa delle clamorose
esternazioni di Cassano… Ma lo vogliamo dire un bel chissenefrega di cosa pensa
Cassano sull’omosessualità?».
Condivido le nausee della lettrice e, in
quanto esponente del baraccone mediatico, mi prendo la mia quota di
responsabilità. Anch’io trovo sbagliato dare risalto alle dichiarazioni di un
calciatore su temi che esulano dal suo lavoro e altrettanto assurdo
scandalizzarsi per l’ennesima, prevedibile «cassanata». Certi pensieri da bar
sugli omosessuali indignano quando a darvi fiato è Giovanardi, un politico
eletto dai cittadini. Ma, pronunciati da Cassano, hanno lo stesso peso di una
dichiarazione di Giovanardi sul 4-3-3. Eppure nessuno nei media si è smarcato,
pur sapendo di fare una sciocchezza. Ciascuno di noi l’ha fatta per abitudine,
per pigrizia, ma soprattutto per paura di essere il solo a non farla.
Dimenticando che la diversità è un valore, e mica solo nel sesso.
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