I pazienti sapranno il costo della cura.
da L'eco di bergamo,4.01.2012
Dal primo marzo 2012 gli ospedali lombardi, all'atto di dimettere un paziente, riporteranno nel dettaglio quanto sono costate le prestazioni che il malato ha ricevuto, indicando qual è la quota a carico del cittadino e quale quella a carico della comunità.
«La spesa sanitaria è di tutti, ed è giusto che tutti sappiano come vengono impiegati i soldi» commenta l'assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani. La decisione era studiata da tempo dalla Regione, e se ne era parlato già negli scorsi mesi quando la Lombardia aveva elaborato la sua personale strategia per compensare l'aggravio dei ticket a livello nazionale.
Riportare il dettaglio delle spese nel referto, spiega Bresciani, «non è assolutamente un concetto di umiliazione come qualche collega ha avanzato, ma di trasparenza e corresponsabilità».
Il riferimento è a una frase riportata sui giornali del presidente dell'Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, che aveva appunto definito «umiliante» per il cittadino essere informato «della cifra spesa per lui». «È giusto - prosegue l'assessore - che si dica al cittadino quale sia la sua quota di partecipazione alla spesa, e quale sia quella della comunità. La trasparenza sta proprio nel fatto di sapere quale sia questa proporzione, che fa emergere anche l'etica dell'appropriatezza; è la responsabilità reciproca tra comunità e malato, e contribuisce così al consenso di tutti».
L'introduzione delle voci di spesa nei referti, in ogni caso, non comporterà alcun aggravio di costi o di lavoro ai medici: la gestione di queste informazioni, conclude l'assessore, è completamente automatica.
da L'eco di bergamo,4.01.2012
Dal primo marzo 2012 gli ospedali lombardi, all'atto di dimettere un paziente, riporteranno nel dettaglio quanto sono costate le prestazioni che il malato ha ricevuto, indicando qual è la quota a carico del cittadino e quale quella a carico della comunità.
«La spesa sanitaria è di tutti, ed è giusto che tutti sappiano come vengono impiegati i soldi» commenta l'assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani. La decisione era studiata da tempo dalla Regione, e se ne era parlato già negli scorsi mesi quando la Lombardia aveva elaborato la sua personale strategia per compensare l'aggravio dei ticket a livello nazionale.
Riportare il dettaglio delle spese nel referto, spiega Bresciani, «non è assolutamente un concetto di umiliazione come qualche collega ha avanzato, ma di trasparenza e corresponsabilità».
Il riferimento è a una frase riportata sui giornali del presidente dell'Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, che aveva appunto definito «umiliante» per il cittadino essere informato «della cifra spesa per lui». «È giusto - prosegue l'assessore - che si dica al cittadino quale sia la sua quota di partecipazione alla spesa, e quale sia quella della comunità. La trasparenza sta proprio nel fatto di sapere quale sia questa proporzione, che fa emergere anche l'etica dell'appropriatezza; è la responsabilità reciproca tra comunità e malato, e contribuisce così al consenso di tutti».
L'introduzione delle voci di spesa nei referti, in ogni caso, non comporterà alcun aggravio di costi o di lavoro ai medici: la gestione di queste informazioni, conclude l'assessore, è completamente automatica.
Che la cosa non compoti alcun aggravio di spesa è una pietosa bugia. Come minimo saranno necessari adegusmenti informatici, tempo, verifiche, carta ed inchiostro.
RispondiEliminaMa poi mi chiedo quale sia l'utilità per la collettività.
A parte soddisfare la curiosità (se ne ha) del soggetto curato che è l'unico ad esserne portato a conoscenza, cosa si pensa di ottenere?
Forse che un ipotetico malato di cancro, sorprendendosi per il costo della sua malattia e non volendo pesare ulteriormente sulle casse dello stato che potrebbe meglio impiegare il denaro in prebende per i suoi "servitori" (eufemismo), decida di attivarsi per guarire miracolosamente, oppure smetta comunque di farsi curare, o -meglio- crepi subito e tolga il disturbo?
Ma il Sservizio Sanitario Nazionale non è forse finanziato dagli stessi cittadini in forma mutualistica con l'auspicio di ciascuno di non doverne usufruire?
Oltre ad indicare i costi sostenuti, dovrebbero annotare quanta parte di tali costi è dovuta a sprechi, bustarelle, tangenti e malversazioni così da far emergere quanto meglio potremmo essere curati con gli stessi soldi che lorsignori amministrano (male).