Il marò Napolitano è l'unica garanzia
giorgio gandola - L'ECO DI BERGAMO,24 marzo 2013.
« Per favore, c'è un sorso d'acqua?». Il colpo di tosse istituzionale durante la presentazione dell'incarico a Pier Luigi Bersani è stato l'unico momento di pausa della settimana terribile del presidente Napolitano, l'uomo più in forma della Repubblica parlamentare, l'unico motore funzionante di un Paese di nuovo a un passo dallo stallo. Altro che nonno con l'artrosi, come lo definiscono i berlusconiani perennemente indignati; altro che Morfeo come lo schernisce Grillo immaginandolo al Quirinale col plaid sulle ginocchia, le pantofole scozzesi e il gatto accucciato davanti al camino, proprio come un ex comico con la battuta sovrappeso. Ancora una volta il ragazzo del '25 (ottantotto anni a giugno) è la nostra salvezza. Il bicchiere che un inserviente gli ha prontamente allungato doveva contenere acqua minerale con molto gas perché Napolitano, dopo il sorso, è ripartito al seltz a spiegare agli italiani cosa non ha saputo organizzare Bersani (le larghe intese) e cosa dovrà tentare per ottenere la fiducia in aula. E lo ha raccontato meglio di come avrebbe fatto il Bersani medesimo di lì a qualche minuto. Giorgio I resta il principale punto di riferimento del Paese. Il più lucido, il più credibile, il più spendibile all'estero dopo il crollo del preside Monti in loden. Durante un colloquio che dev'essere stato surreale è persino riuscito a mettere in riga Grillo con due battute micidiali: «Se vuole l'incarico mi garantisca i numeri» e «Dormo poco, sono più sveglio di quanto non creda». La seconda parte della frase, mai pronunciata ma certamente pensata, è ancora più definitiva: «Vorrei vedere te a 88 anni». Il lanuginoso leader del Movimento 5 Stelle non è stato l'unico sparring partner del giovanissimo e non ancora rottamabile presidente della Repubblica. Negli ultimi dieci giorni Napolitano ha incrociato più volte le armi dialettiche con successo. Un lavoraccio. Per cominciare ha difeso l'orgoglio nazionale dalla derisione dei tedeschi. Quando il segretario della Spd bavarese Peer Steinbrueck ha commentato «gli italiani hanno eletto due clown», lui – in visita ufficiale a Monaco di Baviera – ha annullato la cena col politico, lo ha lasciato tutta la sera ad attenderlo sull'uscio e ha aggiunto: «Esigo rispetto per il mio Paese». Poi si è dedicato alle consultazioni e non dev'essere stato facile ascoltare tutti e confortare i perdenti alle elezioni (tutti tranne Grillo), accompagnati al Colle dalle loro confusioni e dalle loro frustrazioni. Infine ha consegnato le chiavi del governo nelle mani di Bersani, non prima di aver dato una tirata d'orecchi ai saccenti commentatori europei sulle lungaggini procedurali nazionali: «La lentezza italiana è un luogo comune. Da noi è passato solo un mese dalle elezioni, l'Olanda ha impiegato 54 giorni, Israele 55». Fast and furious, il presidente, che non si negherà neppure l'ebbrezza di un tribunale. Lui, presidente del Consiglio superiore della magistratura, potrebbe essere convocato a Caltanissetta dal giudice del processo Borsellino quater come testimone per le telefonate di Mancino. Sette anni da protagonista, oltre la crisi dei partiti e le spiritosaggini dei denigratori. Con un mondiale di calcio vinto tre mesi dopo la nomina non poteva che essere un predestinato. In aprile scade e non ha nessuna intenzione di ricandidarsi. Prima della standing ovation che non riservammo a Cossiga e tantomeno a Scalfaro, gli saremmo tutti grati se ci facesse gli ultimi due regali. Il primo, in linea con il comune sentire del Paese, sarebbe una riduzione delle spese del Quirinale, che oggi ha 1.859 dipendenti, il doppio dell'Eliseo con la metà dei poteri (la Francia è una repubblica presidenziale). E costa 244 milioni l'anno, più di Buckingham Palace. E il secondo è riportare a casa i due marò senza altre figuracce e possibilmente non dentro una bara. Se c'è un giovinotto che può farcela, questi è lui.
chiamatelo ladro e disonesto che forse è meglio ,,
RispondiEliminanon è lui che sè aumentato lo stipendio ,,
ma che bravo fora di bal