I grillini, Frank Capra e la marcia su Roma
Maurizio Crippa,L'ECO DI BERGAMO
« In quanto sommelier, mi occuperò di agricoltura». Avanti un altro: «Sono appassionato di mobilità sostenibile e mi piacerebbe arrivare in Parlamento in bicicletta».
L'auto-presentazione su YouTube dei grillini «cittadini eletti», ché a chiamarli onorevoli si offendono, ha fatto il giro del web, scatenando negli animi più sensibili, o simpatizzanti, l'entusiasmo un po' naïf di un improbabile «Mr. Smith va a Washington», il celebre film ottimista di Frank Capra che raccontava il trionfo di un giovane congressman puro e ingenuo contro la politica corrotta.
In tutti gli altri ha prodotto invece sgomento, e scatenato le parodie più pazze. Lo schema comunicativo dei grillini, inutile girarci intorno, è il mitico «sono Luisa, arrivo presto, finisco presto e di solito non pulisco il water» del Carosello. Una visione del mondo così terra-terra che non riesce ad andare più in là del proprio naso: «Sono barista, dunque vorrei occuparmi di turismo». Una specie di inconsapevole parodia dell'odiatissimo (dai grillini) governo dei tecnici.
Sembra il nuovo che avanza (e in politica vedremo), ma come stile niente di più vecchio. Come ha scritto il critico televisivo Aldo Grasso: «Il casting messo in piedi da Beppe Grillo seguiva le rigide regole del format», è «la cosa più inconsapevolmente televisiva vista finora sul web». Forse è ancora presto per farsi un'opinione precisa di come siano davvero i grillini che, tra una decina di giorni, avranno in mano le nostre vite: poiché rappresentano tutta la nazione e non solo se stessi, come pure pretendono. L'impressione è che l'Italia, cioè noi, non sia ancora in grado di capirli. Certo, conosciamo Grillo. Certo, tra gli stessi lettori di questo articolo alcuni avranno votato per il suo MS5. Ma chi siano, come siano davvero questi «alieni» (è curioso che tutti i giornali li chiamino così, «marziani») nessuno in fondo lo sa. Stanno seduti in cerchio o per terra, come nelle assemblee di scuola. Si vestono strani, o quantomeno fuori dal triangolo delle Bermuda dell'eleganza politica, cravatta/tailleur/pulloverino, che ci ha ammorbato nella Seconda Repubblica. Emilio Colombo, elegante dandy 93enne che presiederà l'apertura del Senato, ha già detto che in jeans e senza cravatta non li lascerà entrare. Che diamine! Promettono di vivere insieme e mangiare vegetariano, il che fa un po' setta da suicidio di massa. Vanno a Montecitorio la domenica come di solito i pellegrini vanno a San Pietro: da turisti più beoti che devoti. Basterà questa esibita ingenuità, che a tratti sembra un furbetto «famolo strano», a cambiare le regole del gioco? Poi però ci sono gli atteggiamenti che fanno sorridere un po' meno: non si fanno chiamare deputati o senatori, ma «cittadini», come ai tempi di Robespierre, quello della ghigliottina. E ghigliottina minacciano per chi oserà in futuro «tradire» il gruppo parlamentare. e al diavolo la libertà di coscienza. Non parlano con nessuno. Grillo, arrivando a Roma, ha detto: «Lì fuori sono assatanati». Parlava dei giornalisti, di cui ha un fiero disprezzo. Ma forse è proprio il rapporto del Movimento 5 Stelle con i mass-media che potrebbe aiutare a capire qualcosa. Più i grillini li insolentisco, più i cronisti vanno in brodo di giuggiole, convinti di aver finalmente trovato nuova «carne da macello» per i loro giornali. Ma nessuno che abbia il coraggio di far loro le domande scomode: cosa pensate della democrazia, delle regole parlamentari, della libera informazione? Per il momento, siamo tutti abbagliati, e un po' storditi, dal colore del carnevale grillino. Preferiamo non sapere altro. Poi, che la festa cominci
Maurizio Crippa,L'ECO DI BERGAMO
« In quanto sommelier, mi occuperò di agricoltura». Avanti un altro: «Sono appassionato di mobilità sostenibile e mi piacerebbe arrivare in Parlamento in bicicletta».
L'auto-presentazione su YouTube dei grillini «cittadini eletti», ché a chiamarli onorevoli si offendono, ha fatto il giro del web, scatenando negli animi più sensibili, o simpatizzanti, l'entusiasmo un po' naïf di un improbabile «Mr. Smith va a Washington», il celebre film ottimista di Frank Capra che raccontava il trionfo di un giovane congressman puro e ingenuo contro la politica corrotta.
In tutti gli altri ha prodotto invece sgomento, e scatenato le parodie più pazze. Lo schema comunicativo dei grillini, inutile girarci intorno, è il mitico «sono Luisa, arrivo presto, finisco presto e di solito non pulisco il water» del Carosello. Una visione del mondo così terra-terra che non riesce ad andare più in là del proprio naso: «Sono barista, dunque vorrei occuparmi di turismo». Una specie di inconsapevole parodia dell'odiatissimo (dai grillini) governo dei tecnici.
Sembra il nuovo che avanza (e in politica vedremo), ma come stile niente di più vecchio. Come ha scritto il critico televisivo Aldo Grasso: «Il casting messo in piedi da Beppe Grillo seguiva le rigide regole del format», è «la cosa più inconsapevolmente televisiva vista finora sul web». Forse è ancora presto per farsi un'opinione precisa di come siano davvero i grillini che, tra una decina di giorni, avranno in mano le nostre vite: poiché rappresentano tutta la nazione e non solo se stessi, come pure pretendono. L'impressione è che l'Italia, cioè noi, non sia ancora in grado di capirli. Certo, conosciamo Grillo. Certo, tra gli stessi lettori di questo articolo alcuni avranno votato per il suo MS5. Ma chi siano, come siano davvero questi «alieni» (è curioso che tutti i giornali li chiamino così, «marziani») nessuno in fondo lo sa. Stanno seduti in cerchio o per terra, come nelle assemblee di scuola. Si vestono strani, o quantomeno fuori dal triangolo delle Bermuda dell'eleganza politica, cravatta/tailleur/pulloverino, che ci ha ammorbato nella Seconda Repubblica. Emilio Colombo, elegante dandy 93enne che presiederà l'apertura del Senato, ha già detto che in jeans e senza cravatta non li lascerà entrare. Che diamine! Promettono di vivere insieme e mangiare vegetariano, il che fa un po' setta da suicidio di massa. Vanno a Montecitorio la domenica come di solito i pellegrini vanno a San Pietro: da turisti più beoti che devoti. Basterà questa esibita ingenuità, che a tratti sembra un furbetto «famolo strano», a cambiare le regole del gioco? Poi però ci sono gli atteggiamenti che fanno sorridere un po' meno: non si fanno chiamare deputati o senatori, ma «cittadini», come ai tempi di Robespierre, quello della ghigliottina. E ghigliottina minacciano per chi oserà in futuro «tradire» il gruppo parlamentare. e al diavolo la libertà di coscienza. Non parlano con nessuno. Grillo, arrivando a Roma, ha detto: «Lì fuori sono assatanati». Parlava dei giornalisti, di cui ha un fiero disprezzo. Ma forse è proprio il rapporto del Movimento 5 Stelle con i mass-media che potrebbe aiutare a capire qualcosa. Più i grillini li insolentisco, più i cronisti vanno in brodo di giuggiole, convinti di aver finalmente trovato nuova «carne da macello» per i loro giornali. Ma nessuno che abbia il coraggio di far loro le domande scomode: cosa pensate della democrazia, delle regole parlamentari, della libera informazione? Per il momento, siamo tutti abbagliati, e un po' storditi, dal colore del carnevale grillino. Preferiamo non sapere altro. Poi, che la festa cominci
Maurizio Crippa,L'ECO DI BERGAMO
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