Monito di Crociata «Deporre le armi o il Paese va a picco»
Stop ai «giuochi di ruolo»: serve «una soluzione politica», anche «provvisoria», capace di «far uscire il Paese dalle secche», o c'è il rischio che «la nave vada a picco». Mentre proseguono le consultazioni in una situazione politica convulsa, arriva dalla Conferenza episcopale italiana, attraverso il segretario generale, monsignor Mariano Crociata, un nuovo appello a deporre, per il bene del Paese, gli interessi di parte e a predisporre una via d'uscita. Il numero due dei vescovi italiani prende la parola attraverso «Sir» – l'agenzia di stampa della Conferenza episcopale – e in una lunga intervista prende le mosse dall'elezione di Papa Francesco per indicare le sfide che il nuovo Pontefice pone al mondo e al nostro Paese. «Con questo Papa – osserva monsignor Crociata – tutto il mondo è arrivato a casa nostra; il mondo intero, con le sue periferie, irrompe nella nostra esistenza e ci dice che non è più tempo di tardare, di crogiolarsi.
È tempo di svegliarsi». Le periferie di cui parla Bergoglio, sono «periferie esistenziali» e periferie reali, luoghi di marginalità e povertà che impongono di riscoprire il Vangelo, sottolinea monsignor Crociata. «L'elezione di Papa Francesco – afferma il segretario della Cei – ci ricorda che questo nostro Occidente, questa nostra Italia (pur ancora popolarmente cattolica), rischiano di perdere vitalità e fervore. Il Papa che viene dalla periferia del mondo ci riporta al bisogno di ravvivare la fede». Poi lo sguardo si sposta sull'Italia e sui suoi problemi. Quei problemi che, in un messaggio di auguri per Pasqua inviato proprio al Papa, lo stesso presidente Giorgio Napolitano, riconosce senza mezzi termini, parlando di «fase cruciale di ricambio democratico ai vertici delle istituzioni». «I problemi che l'Italia vive – evidenzia monsignor Crociata – assumono un carattere drammatico». E il pensiero va «a coloro che perdono il lavoro», ai giovani che non riescono a trovarlo. Sono queste le «periferie» dell'Italia che attendono risposte: non c'è più tempo da perdere, afferma monsignor Crociata, e attraverso la Chiesa «giunga alle classi dirigenti e al Paese tutto l'esigenza di smetterla con i giuochi di ruolo. Ognuno – secondo il proprio interesse e il proprio punto di vista – si sforzi, soprattutto in questo momento, di cercare il bene di tutti. Perché non succeda che, per difendere l'interesse di una parte – avverte la Cei – la nave vada a picco o, comunque, incontri ulteriori e gravissime difficoltà. Bisogna fra l'altro trovare una soluzione politica, provvisoria per quanto si voglia, capace di far uscire il Paese dalle secche e dai pericoli che stiamo vivendo».
È tempo di svegliarsi». Le periferie di cui parla Bergoglio, sono «periferie esistenziali» e periferie reali, luoghi di marginalità e povertà che impongono di riscoprire il Vangelo, sottolinea monsignor Crociata. «L'elezione di Papa Francesco – afferma il segretario della Cei – ci ricorda che questo nostro Occidente, questa nostra Italia (pur ancora popolarmente cattolica), rischiano di perdere vitalità e fervore. Il Papa che viene dalla periferia del mondo ci riporta al bisogno di ravvivare la fede». Poi lo sguardo si sposta sull'Italia e sui suoi problemi. Quei problemi che, in un messaggio di auguri per Pasqua inviato proprio al Papa, lo stesso presidente Giorgio Napolitano, riconosce senza mezzi termini, parlando di «fase cruciale di ricambio democratico ai vertici delle istituzioni». «I problemi che l'Italia vive – evidenzia monsignor Crociata – assumono un carattere drammatico». E il pensiero va «a coloro che perdono il lavoro», ai giovani che non riescono a trovarlo. Sono queste le «periferie» dell'Italia che attendono risposte: non c'è più tempo da perdere, afferma monsignor Crociata, e attraverso la Chiesa «giunga alle classi dirigenti e al Paese tutto l'esigenza di smetterla con i giuochi di ruolo. Ognuno – secondo il proprio interesse e il proprio punto di vista – si sforzi, soprattutto in questo momento, di cercare il bene di tutti. Perché non succeda che, per difendere l'interesse di una parte – avverte la Cei – la nave vada a picco o, comunque, incontri ulteriori e gravissime difficoltà. Bisogna fra l'altro trovare una soluzione politica, provvisoria per quanto si voglia, capace di far uscire il Paese dalle secche e dai pericoli che stiamo vivendo».
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