I sondaggi premiano(per ora) il centrosinistra.
Manca un mese esatto al voto. La sera del 25 febbraio
gli italiani sapranno chi li governerà nella prossima legislatura.
Sapranno chi tra i candidati premier nei prossimi anni dovrà prendere
decisioni fondamentali per la ripresa economica e sociale dell’Italia.
Nell’attesa di quel che verrà, in questi giorni impazzano i sondaggi.
Giornali, televisioni, radio e siti li diffondono quasi a getto
continuo. Se la continua rincorsa di parole e percentuali vi ha già
stancato, sappiate che dovrete sopportarla ancora un po’. La normativa
vigente, infatti, stabilisce che è possibile diffondere i sondaggi fino a
quindici giorni prima delle elezioni. Insomma altre due settimane di
pazienza e poi, almeno su questo fronte, la campagna elettorale, ormai
in scena da mesi, subirà uno stop. Sino ad allora, però, i numerosi
commentatori ed analisti continueranno a fare a gara per mostrare
domande, risposte e cifre. E, c’è da giurarci, come sta già succedendo,
quasi mai queste ultime coincideranno. Lo dimostrano anche i sondaggi
più recenti: quello di Demos, pubblicato oggi dal quotidiano “La Repubblica” e quello dell’Istituto Piepoli, presente sulle pagine de “La Stampa”. Entrambi danno il Pd di Bersani in vantaggio, ma con alcuni distinguo.
Per Demos le stime di voto confermano la vittoria del centrosinistra sia alla Camera sia al Senato. In particolare a Montecitorio il Partito Democratico sarebbe il primo partito con il 33,5 per cento,
mentre a Palazzo Madama conquisterebbe la vetta addirittura con il 35
per cento. Al Senato tutti gli altri competitor risulterebbe nettamente
staccati. Il Pdl al 18 per cento, Monti e la sua Scelta Civica al 16 e il Movimento 5 Stelle di Grillo al 13. L’ex pm Antonio Ingroia, che guida la “Rivoluzione civile”, non supererebbe lo sbarramento dell'8 per cento.
Questi numeri non darebbero, comunque, la garanzia al centrosinistra di
Bersani di poter avere una tranquilla maggioranza al Senato. Colpa di
una legge elettorale, il famigerato e mai davvero modificato “Porcellum”
di Calderoli, che assegna i seggi su base regionale. Diverso, invece,
il discorso alla Camera, dove , secondo Demos, la coalizione formata da Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Centro Democratico e altri partiti di sinistra, arriverebbe a conquistare il 38,1 per cento. Il centrodestra di Berlusconi, inclusa la Lega Nord e gli altri piccoli e grandi alleati, si fermerebbe al 25,8 per cento. Ancora più indietro Monti con l’Udc e quel che resta dei moderati-riformisti di centro con il 16,2 per cento.
I giochi, da qui a quando si andrà alle urne il 24-25 febbraio, restano,
in ogni caso, ancora aperti. Il sondaggio pubblicato oggi da “La
Repubblica”, infatti, attesta al
30 per cento la quota degli incerti.
Un bacino di utenza notevole, che per la maggior parte aveva votato per
il Cavaliere nel 2008. D’altro canto le cifre rilevate da Demos,
seppure risalenti al periodo 17-22 gennaio, rischiano di essere già
superate. Il campione di oltre mille possibili elettori, rappresentativo
della popolazione di età superiore ai 18 anni per genere, età, titolo
di studio e zona geopolitica di residenza, infatti, è stato intervistato
prima che scoppiasse lo
scandalo Monte dei Paschi di Siena.
La vicenda delle spericolate operazioni finanziarie della
pluricentenaria banca toscana, che hanno portato anche alle dimissioni
di Giuseppe Mussari, numero uno dell’Abi ed ex presidente di Mps, stanno
agitando in queste ore le acque della politica italiana. Sotto accusa,
sia da destra che da centro, il Pd, considerato in qualche modo
responsabile di quanto accaduto in una delle storiche roccaforti rosse.
L’incertezza caratterizza anche il sondaggio realizzato dall’
Istituto Piepoli per il quotidiano “La Stampa”. Anche in questo caso, come detto, il
Pd di Bersani è in vantaggio. Ma questa volta la
vittoria della coalizione di centrosinistra è netta solo alla Camera,
mentre manca la maggioranza al Senato. Il verdetto è frutto di un
lavoro statistico, che va oltre le percentuali ed arriva ad analizzare
la situazione di ogni singola circoscrizione per Montecitorio e Regione
per Palazzo Madama. Emerge così, secondo i numeri forniti da Piepoli,
che alla Camera su 617 deputati, esclusi quindi i 12 eletti all’estero e
il singolo deputato eletto con un altro sistema elettorale dalla Val
d’Aosta, che portano il totale a 630, il segretario del
Partito Democratico e il complesso dei sui alleati avrebbero 340 seggi.
Esattamente il Pd 284, Sel 44, il Psi 10 e 2 per la Südtiroler
Volkspartei. Per l’opposizione di centrodestra, invece, sarebbe una
debacle. Il
totale di Pdl (86 seggi), Lega Nord (30) e Fratelli d’Italia (10) si fermerebbe a 126,
un dato che è molto meno della metà rispetto alla precedente tornata
elettorale del 2008. Completano il quadro a Montecitorio il
Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, che ottiene 50 seggi, la stessa cifra di Scelta civica con Monti, l’Udc con 20 seggi, Fli con 5 e la
Rivoluzione Civile in grado di conquistare 20 deputati.
Scritto da Filippo Panza | Yahoo! Notizie
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