I lumi del cimitero:
«Legame coi defunti segno di sete di vita»
«La cura e la pietà verso i defunti appartengono alla civiltà umana di ogni tempo. Con la visita al cimitero ricordiamo i nostri cari, le persone che non conosciamo e coloro che sono caduti, anche pagando il prezzo della vita, nell'adempimento del loro dovere e servizio alla società».
Così ieri pomeriggio, nella solennità di Tutti i Santi, ha spiegato il vescovo Francesco Beschi presiedendo la tradizionale Concelebrazione eucaristica nella chiesa del cimitero civico. «Oggi – ha aggiunto monsignor Beschi – esistono anche forme diverse dal consegnare il corpo dei propri cari alla terra: anche se non vengono deposti al cimitero, sono conservati nel cuore delle persone che hanno amato».
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«Le visite al cimitero – ha detto il vescovo all'omelia – si accompagnano a tanti sentimenti: ricordo, affetto, dolore, riconoscenza, talvolta rimpianto e rimorso. Ciò che resta dei nostri defunti sono le tracce della loro vita e di una vita che va oltre la morte, con il frutto del loro lavoro e impegno che spesso si riproduce anche dopo la vita di queste persone». Nel cimitero si avverte un incontro «misterioso e silenzioso» di pensieri e sentimenti che esprimono il nostro senso di essere persone. «Per chi si dice cristiano – ha proseguito il vescovo – la vita ha come approdo la comunione eterna nel Signore. Non è soltanto la vita che si prolunga oltre la morte, ma è la vita definitiva. Il nostro destino non è consegnato alla terra e alla disgregazione, ma al canto di amicizia definitiva con Dio. Questo destino illumina la vita presente».
Anche i lumi accesi sono segno di legame. «In tutti i cimiteri – ha aggiunto il vescovo – ci sono tanti lumi accesi. È un segno bellissimo del legame continuo con i defunti e della nostra sete di vita. Questi lumi restano accesi dove l'oscurità sembra prevalere e dove la morte sembra avere il potere di lacerare gli affetti. Ma la Risurrezione di Cristo è la comunione eterna con i nostri cari. Non è una proiezione di un nostro desiderio, ma accoglienza della fede nel Signore».
Il vescovo ha quindi partecipato alle cerimonie in onore ai Caduti di tutte le guerre......
l'Eco di Bergamo, Venerdì 02 Novembre 2012
«Legame coi defunti segno di sete di vita»
«La cura e la pietà verso i defunti appartengono alla civiltà umana di ogni tempo. Con la visita al cimitero ricordiamo i nostri cari, le persone che non conosciamo e coloro che sono caduti, anche pagando il prezzo della vita, nell'adempimento del loro dovere e servizio alla società».
Così ieri pomeriggio, nella solennità di Tutti i Santi, ha spiegato il vescovo Francesco Beschi presiedendo la tradizionale Concelebrazione eucaristica nella chiesa del cimitero civico. «Oggi – ha aggiunto monsignor Beschi – esistono anche forme diverse dal consegnare il corpo dei propri cari alla terra: anche se non vengono deposti al cimitero, sono conservati nel cuore delle persone che hanno amato».
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«Le visite al cimitero – ha detto il vescovo all'omelia – si accompagnano a tanti sentimenti: ricordo, affetto, dolore, riconoscenza, talvolta rimpianto e rimorso. Ciò che resta dei nostri defunti sono le tracce della loro vita e di una vita che va oltre la morte, con il frutto del loro lavoro e impegno che spesso si riproduce anche dopo la vita di queste persone». Nel cimitero si avverte un incontro «misterioso e silenzioso» di pensieri e sentimenti che esprimono il nostro senso di essere persone. «Per chi si dice cristiano – ha proseguito il vescovo – la vita ha come approdo la comunione eterna nel Signore. Non è soltanto la vita che si prolunga oltre la morte, ma è la vita definitiva. Il nostro destino non è consegnato alla terra e alla disgregazione, ma al canto di amicizia definitiva con Dio. Questo destino illumina la vita presente».
Anche i lumi accesi sono segno di legame. «In tutti i cimiteri – ha aggiunto il vescovo – ci sono tanti lumi accesi. È un segno bellissimo del legame continuo con i defunti e della nostra sete di vita. Questi lumi restano accesi dove l'oscurità sembra prevalere e dove la morte sembra avere il potere di lacerare gli affetti. Ma la Risurrezione di Cristo è la comunione eterna con i nostri cari. Non è una proiezione di un nostro desiderio, ma accoglienza della fede nel Signore».
Il vescovo ha quindi partecipato alle cerimonie in onore ai Caduti di tutte le guerre......
l'Eco di Bergamo, Venerdì 02 Novembre 2012
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