«Cittadinanza onoraria
ai ragazzi stranieri? Ok»
Sotto il Monte apre alla proposta della Cisl sui giovani immigrati
Il sindaco: «Non è solo un gesto simbolico, ma un dovere morale»
Sotto il Monte
Laura Arnoldi
«Cittadinanza onoraria a tutti i ragazzi nati in Italia e comunque a ognuno che qui viva da almeno cinque anni, a prescindere dalla sua origine». Questa la proposta che la Cisl di Bergamo lancia agli amministratori del territorio, alla chiusura della prima fase del progetto «Carta dei dirittti».
Sotto il Monte per primo – e la Bergamasca poi – potrebbe seguire l'esempio di Nichelino, il Comune in provincia di Torino che lo scorso maggio ha riconosciuto la cittadinanza onoraria a 500 giovanissimi nati negli ultimi dieci anni nel centro piemontese da genitori di origine straniera. A spiegare come e perché il Comune piemontese abbia compiuto questa scelta che ha suscitato l'interesse del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il sindaco Giuseppe Catizone che si è confrontato con una quindicina di sindaci bergamaschi. L'incontro è stato promosso dalla Cisl di Bergamo che già a giugno ha presentato il progetto «Carta dei diritti» con l'intenzione di stimolare le amministrazioni della provincia a riconoscere, seppur in via informale, la cittadinanza ai ragazzi che vivono sul territorio, a prescindere dalla loro origine.
«Chi nasce in Italia è italiano»
Per Catizone «il tema è ormai ineludibile, la scelta fatta dal nostro Consiglio comunale è stata un atto politico, che definisce una situazione di fatto: chi nasce in Italia è italiano. È anacronistico non riconoscerlo».
«Intendiamo confrontarci con gli amministratori per integrare e migliorare il nostro documento. Chiediamo ai sindaci il loro aiuto per capire cosa manca per una carta più piena e vera che rispecchi la realtà» ha affermato Mimma Pelleriti della segreteria Cisl. «Il riconoscimento della cittadinanza onoraria a chi nasce e vive in Italia è un gesto simbolico, ma importante. Le comunità sono già società multiculturali a cui gli amministratori danno risposte concrete, ma c'è bisogno di gesti coraggiosi» ha commentato il segretario generale della Cisl di Bergamo Ferdinando Piccinini.
Bolognini: «Un dovere morale»
Una prima immediata adesione alla proposta del sindacato è arrivata dal sindaco di Sotto il Monte Eugenio Bolognini: «Nel mio Comune la presenza di stranieri è molto limitata ma per me il riconoscimento non solo è un gesto simbolico, ma anche un dovere morale».
Ricco il dibattito animato dagli interventi dei sindaci. Alcuni come Gianfranco Masper, primo cittadino di Treviolo, hanno evidenziato che nella «Carta dei diritti» illustrata da Sara Castelli, del gruppo Anolf seconde generazioni, dovrebbero essere esplicitati anche i doveri, per non lasciare l'impressione che essi competano soltanto alle istituzioni.
Per altri «la Carta dei diritti e doveri – ha detto Gabriele Riva, sindaco di Arzago d'Adda – non deve nascere da un atto di buonismo, ma tentare di governare una situazione che nelle comunità è già una realtà: i bambini a scuola, all'oratorio, nei campi di calcio sono già integrati».
Per Perlita Serra, sindaco di Curno, «è necessario che sia chiaro che questa cittadinanza non ha alcun valore reale». Da parte degli amministratori c'è anche la preoccupazione di come il resto della cittadinanza possa interpretare la scelta e accoglierla, ma «il gesto spetta all'amministratore – ha ribadito Mimma Pelleriti –. Per il Comune di Nichelino è stato semplice, normale e ovvio».
L'ECO DI BERGAMO, Mercoledì 10 Ottobre 2012
ai ragazzi stranieri? Ok»
Sotto il Monte apre alla proposta della Cisl sui giovani immigrati
Il sindaco: «Non è solo un gesto simbolico, ma un dovere morale»
Sotto il Monte
Laura Arnoldi
«Cittadinanza onoraria a tutti i ragazzi nati in Italia e comunque a ognuno che qui viva da almeno cinque anni, a prescindere dalla sua origine». Questa la proposta che la Cisl di Bergamo lancia agli amministratori del territorio, alla chiusura della prima fase del progetto «Carta dei dirittti».
Sotto il Monte per primo – e la Bergamasca poi – potrebbe seguire l'esempio di Nichelino, il Comune in provincia di Torino che lo scorso maggio ha riconosciuto la cittadinanza onoraria a 500 giovanissimi nati negli ultimi dieci anni nel centro piemontese da genitori di origine straniera. A spiegare come e perché il Comune piemontese abbia compiuto questa scelta che ha suscitato l'interesse del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il sindaco Giuseppe Catizone che si è confrontato con una quindicina di sindaci bergamaschi. L'incontro è stato promosso dalla Cisl di Bergamo che già a giugno ha presentato il progetto «Carta dei diritti» con l'intenzione di stimolare le amministrazioni della provincia a riconoscere, seppur in via informale, la cittadinanza ai ragazzi che vivono sul territorio, a prescindere dalla loro origine.
«Chi nasce in Italia è italiano»
Per Catizone «il tema è ormai ineludibile, la scelta fatta dal nostro Consiglio comunale è stata un atto politico, che definisce una situazione di fatto: chi nasce in Italia è italiano. È anacronistico non riconoscerlo».
«Intendiamo confrontarci con gli amministratori per integrare e migliorare il nostro documento. Chiediamo ai sindaci il loro aiuto per capire cosa manca per una carta più piena e vera che rispecchi la realtà» ha affermato Mimma Pelleriti della segreteria Cisl. «Il riconoscimento della cittadinanza onoraria a chi nasce e vive in Italia è un gesto simbolico, ma importante. Le comunità sono già società multiculturali a cui gli amministratori danno risposte concrete, ma c'è bisogno di gesti coraggiosi» ha commentato il segretario generale della Cisl di Bergamo Ferdinando Piccinini.
Bolognini: «Un dovere morale»
Una prima immediata adesione alla proposta del sindacato è arrivata dal sindaco di Sotto il Monte Eugenio Bolognini: «Nel mio Comune la presenza di stranieri è molto limitata ma per me il riconoscimento non solo è un gesto simbolico, ma anche un dovere morale».
Ricco il dibattito animato dagli interventi dei sindaci. Alcuni come Gianfranco Masper, primo cittadino di Treviolo, hanno evidenziato che nella «Carta dei diritti» illustrata da Sara Castelli, del gruppo Anolf seconde generazioni, dovrebbero essere esplicitati anche i doveri, per non lasciare l'impressione che essi competano soltanto alle istituzioni.
Per altri «la Carta dei diritti e doveri – ha detto Gabriele Riva, sindaco di Arzago d'Adda – non deve nascere da un atto di buonismo, ma tentare di governare una situazione che nelle comunità è già una realtà: i bambini a scuola, all'oratorio, nei campi di calcio sono già integrati».
Per Perlita Serra, sindaco di Curno, «è necessario che sia chiaro che questa cittadinanza non ha alcun valore reale». Da parte degli amministratori c'è anche la preoccupazione di come il resto della cittadinanza possa interpretare la scelta e accoglierla, ma «il gesto spetta all'amministratore – ha ribadito Mimma Pelleriti –. Per il Comune di Nichelino è stato semplice, normale e ovvio».
L'ECO DI BERGAMO, Mercoledì 10 Ottobre 2012
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Bel modo per svilire un riconoscimento onorifico riservato a chi lo merita veramente.
RispondiEliminaDopo il Nobel per la pace ad Arafat e quello per la letteratura a Dario Fo, ci mancava solo questo.
Lo dico senza nulla togliere al dibattito sul diritto di cittadinanza per gli stranieri nati o residenti in Italia.
Da Wikipedia:
La cittadinanza onoraria è un'onorificenza concessa da un comune per onorare una persona, anche non residente, che è ritenuta legata alla città per nascita, per il suo impegno o per le sue opere.
La concessione avviene dopo che il consiglio comunale abbia votato, a larghissima maggioranza o all’unanimità, una delibera con:
i riferimenti normativi:
la Costituzione della Repubblica Italiana (articolo 114);
Il Testo Unico degli Enti Locali – Legge n° 267/2000;
Lo Statuto del Comune;
le motivazioni della benemerenza (es: nascita, riconoscimenti sociali e culturali, la riconoscenza per uno specifico atto straordinario, ... );
il testo della determinazione da stampare e consegnare al cittadino onorario;
il mandato al Sindaco per la notifica al Cittadino onorario nelle forme ufficiali.