Guarda chi bussa a casa:
un cucciolo di capriolo!
Pietro Ravasio con i nipoti Mirko e
Anna e il capriolo
- da L'ECO DI BERGAMO,Martedì 21 Agosto 2012
Non credeva ai suoi occhi, Anna: là fuori dalla finestra c'era un capriolo che annusava al cancello di casa, in via Strada Vecchia a Villa d'Adda, una stradina del centro paese poco distante dall'oratorio e dalla chiesa.
Subito ha avvertito nonno Pietro Ravasio, che è sceso col nipote Mirko, 21 anni, e tutti insieme hanno catturato l'animale con facilità. Il fatto è successo alle 14 di domenica a Villa d'Adda, quando il sole batteva forte e la temperatura era intorno ai 38°. «Erano le 14 quando mi ha chiamato mia nipote Anna, di 16 anni, mostrandomi un capriolo vicino al nostro cancello – racconta Pietro Ravasio, 79 anni –. Subito sono sceso in strada e con l'aiuto dei miei nipoti Mirko e Anna, dopo qualche slalom in mezzo alle auto parcheggiate, sono riuscito a prendere il capriolo, una femmina di cinque mesi. Aveva la lingua penzoloni e abbiamo capito che aveva sete. Gli abbiamo dato del latte, che ha bevuto poco».
«Come ex cacciatore – aggiunge – non mi son sentito di lasciarlo andare e quindi, tramite mio nipote Mirko, ho fatto chiamare i carabinieri della stazione di Calusco d'Adda per sapere cosa fare. I militari gli hanno risposto di tenerlo qui: avrebbero avvisato la persona che lo avrebbe preso in cura, portandolo all'Oasi Valpredina. Infatti, dopo qualche ora è arrivato questo signore di Calusco che, dopo avergli coperto il capo con un cappuccio, l'ha caricato in auto portandolo alla riserva di Cenate Sopra».
Ma come ha fatto ad arrivare in centro abitato il capriolo? «Da come mi ha spiegato il volontario di Calusco d'Adda, un ex cacciatore che ha preso in consegna il capriolo, in questi giorni i cacciatori stanno allenando i cani sulla collina del Canto, in prossimità dell'apertura della caccia – riferisce nonno Pietro –. Sicuramente il capriolo era sceso per trovare acqua e spaventato dai cani è finito in paese. Infatti, quando l'abbiamo preso, era molto spaventato». Ravasio, però, ieri mattina ha voluto sincerarsi che il capriolo fosse al sicuro e ha chiamato all'Oasi Valpredina. «Non si sa mai – ha confidato –, il povero capriolo poteva finire su qualche tavola».
A. Monz.
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Conoscendo la disponibilità e la generosità di Piero "Scérechèl" e famiglia,siamo certi che il capriolo
ha fatto la scelta migliore per trovare rifugio e ristoro!
Subito ha avvertito nonno Pietro Ravasio, che è sceso col nipote Mirko, 21 anni, e tutti insieme hanno catturato l'animale con facilità. Il fatto è successo alle 14 di domenica a Villa d'Adda, quando il sole batteva forte e la temperatura era intorno ai 38°. «Erano le 14 quando mi ha chiamato mia nipote Anna, di 16 anni, mostrandomi un capriolo vicino al nostro cancello – racconta Pietro Ravasio, 79 anni –. Subito sono sceso in strada e con l'aiuto dei miei nipoti Mirko e Anna, dopo qualche slalom in mezzo alle auto parcheggiate, sono riuscito a prendere il capriolo, una femmina di cinque mesi. Aveva la lingua penzoloni e abbiamo capito che aveva sete. Gli abbiamo dato del latte, che ha bevuto poco».
«Come ex cacciatore – aggiunge – non mi son sentito di lasciarlo andare e quindi, tramite mio nipote Mirko, ho fatto chiamare i carabinieri della stazione di Calusco d'Adda per sapere cosa fare. I militari gli hanno risposto di tenerlo qui: avrebbero avvisato la persona che lo avrebbe preso in cura, portandolo all'Oasi Valpredina. Infatti, dopo qualche ora è arrivato questo signore di Calusco che, dopo avergli coperto il capo con un cappuccio, l'ha caricato in auto portandolo alla riserva di Cenate Sopra».
Ma come ha fatto ad arrivare in centro abitato il capriolo? «Da come mi ha spiegato il volontario di Calusco d'Adda, un ex cacciatore che ha preso in consegna il capriolo, in questi giorni i cacciatori stanno allenando i cani sulla collina del Canto, in prossimità dell'apertura della caccia – riferisce nonno Pietro –. Sicuramente il capriolo era sceso per trovare acqua e spaventato dai cani è finito in paese. Infatti, quando l'abbiamo preso, era molto spaventato». Ravasio, però, ieri mattina ha voluto sincerarsi che il capriolo fosse al sicuro e ha chiamato all'Oasi Valpredina. «Non si sa mai – ha confidato –, il povero capriolo poteva finire su qualche tavola».
A. Monz.
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Conoscendo la disponibilità e la generosità di Piero "Scérechèl" e famiglia,siamo certi che il capriolo
ha fatto la scelta migliore per trovare rifugio e ristoro!
Ma non si poteva liberare nei boschi di Villa d'Adda? Che bisogno c'era di metterlo in soggiorno obbligato all'Oasi di Valpredina? Esemplari di capriolo adulti sono stati di recente visti sulle sponde del nostro fiume, altro che Monte Canto quello è Parco Adda. Ho capito è esibizionismo, in parecchi ne sono affetti specialmente in politica.
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