I RISCHI DEL SEMIPRESIDENZIALISMO.
Meno apparenza, più concretezza. A venir rivoluzionato è figura, anche concettuale, del Presidente della Repubblica. Tradizionalmente il ruolo oggi ricoperto da Giorgio Napolitano è stato più di rappresentanza che realmente politico, una posizione superpartes da padre putativo della Repubblica italiana. Questo, però, senza dimenticare alcuni ruoli fondamentali in alcuni momenti chiave della nostra Storia, come quello di Presidente del Csm e Comandante in capo delle Forze armate italiane. Ma il ruolo probabilmente più importante del Presidente della Repubblica è la sua prerogativa di nominare il Presidente del Consiglio e di sciogliere le Camere. Una prerogativa che ha spesso creato confusione nel dibattito politico della seconda Repubblica e che il semipresidenzialismo potrebbe rivoluzionare.
Il falso storico dell'elezione diretta del premier. Nelle ultime tornate elettorali siamo stati abituati a vedere manifesti e campagne che proponevano questo o quel candidato alla Presidenza del Consiglio. Il centrosinistra, poi, fa le primarie per scegliere il candidato alla Presidenza e molti italiani, e purtroppo anche alcuni analisti, erano convinti che il risultato delle elezioni di fatto significasse la nomina diretta del Primo Ministro. In verità, andando alle urne si sceglie una determinata maggioranza che proporrà un determinato Premier, ma la decisione finale sul Presidente del Consiglio spetta proprio al Presidente della Repubblica. E' lui che dopo gli incontri con le varie forze politiche prende atto della formazione di una maggioranza e dà mandato a un esponente di questa maggioranza di governare. Questo si è visto un anno fa, quando Mario Monti, che nessun italiano ha votato, è stato nominato Presidente del Consiglio su decisione di Giorgio Napolitano. Insomma, quello del Presidente della Repubblica è un ruolo chiave nel percorso democratico, ancora più fondamentale perché è lui che ha il potere di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.
Svolta democratica. Che cosa è, dunque, il presidenzialismo e il semipresidenzialismo? La prima, fondamentale, rivoluzione accettando una di queste due forme di democrazia è la nomina del Presidente della Repubblica stesso. Infatti il semipresidenzialismo approvato in Senato prevede che il capo dello Stato «viene eletto a suffragio universale e diretto» da tutti i cittadini che hanno compiuto la maggiore età. Non saranno, dunque, i partiti e i parlamentari a scegliere il Presidente, ma sarà democraticamente il popolo. Non solo, perché a differenza di ciò che avviene ora, il presidente della Repubblica è sì il capo dello Stato, ma presiede il Consiglio dei ministri salvo delega al primo ministro. Insomma, in teoria il Presidente della Repubblica potrebbe essere al tempo stesso anche Presidente del Consiglio.
Chi controlla il controllore. Un aumento incredibile del peso politico del suo ruolo che, a fianco della democratizzazione del suo ruolo, crea anche paure di svolte populistiche e uno sbilanciamento eccessivo del suo potere. Se, infatti, il Presidente della Repubblica ha il ruolo di controllo sul lavoro di governo e Parlamento, con la possibilità di nomina e revoca dei ministri, così come di sciogliere le Camere, se il Presidente della Repubblica diventa al tempo stesso Presidente del Consiglio verrebbe a mancare il controllore. E la domanda è: l'Italia è una democrazia abbastanza matura per sopportare una simile svolta?
Scritto da Duccio Fumero | Yahoo! Notizie – ven 27 lug 2012
Un emendamento votato da Pdl e Lega ha introdotto,
almeno in prima battuta, il semipresidenzialismo in Italia. Un concetto
su cui si discute da anni, che a parole trova d'accordo quasi tutti i
partiti, ma che ora avviene con uno strappo nella maggioranza che
appoggia Monti. Ma cosa è il presidenzialismo e conviene all'Italia?
Meno apparenza, più concretezza. A venir rivoluzionato è figura, anche concettuale, del Presidente della Repubblica. Tradizionalmente il ruolo oggi ricoperto da Giorgio Napolitano è stato più di rappresentanza che realmente politico, una posizione superpartes da padre putativo della Repubblica italiana. Questo, però, senza dimenticare alcuni ruoli fondamentali in alcuni momenti chiave della nostra Storia, come quello di Presidente del Csm e Comandante in capo delle Forze armate italiane. Ma il ruolo probabilmente più importante del Presidente della Repubblica è la sua prerogativa di nominare il Presidente del Consiglio e di sciogliere le Camere. Una prerogativa che ha spesso creato confusione nel dibattito politico della seconda Repubblica e che il semipresidenzialismo potrebbe rivoluzionare.
Il falso storico dell'elezione diretta del premier. Nelle ultime tornate elettorali siamo stati abituati a vedere manifesti e campagne che proponevano questo o quel candidato alla Presidenza del Consiglio. Il centrosinistra, poi, fa le primarie per scegliere il candidato alla Presidenza e molti italiani, e purtroppo anche alcuni analisti, erano convinti che il risultato delle elezioni di fatto significasse la nomina diretta del Primo Ministro. In verità, andando alle urne si sceglie una determinata maggioranza che proporrà un determinato Premier, ma la decisione finale sul Presidente del Consiglio spetta proprio al Presidente della Repubblica. E' lui che dopo gli incontri con le varie forze politiche prende atto della formazione di una maggioranza e dà mandato a un esponente di questa maggioranza di governare. Questo si è visto un anno fa, quando Mario Monti, che nessun italiano ha votato, è stato nominato Presidente del Consiglio su decisione di Giorgio Napolitano. Insomma, quello del Presidente della Repubblica è un ruolo chiave nel percorso democratico, ancora più fondamentale perché è lui che ha il potere di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.
Svolta democratica. Che cosa è, dunque, il presidenzialismo e il semipresidenzialismo? La prima, fondamentale, rivoluzione accettando una di queste due forme di democrazia è la nomina del Presidente della Repubblica stesso. Infatti il semipresidenzialismo approvato in Senato prevede che il capo dello Stato «viene eletto a suffragio universale e diretto» da tutti i cittadini che hanno compiuto la maggiore età. Non saranno, dunque, i partiti e i parlamentari a scegliere il Presidente, ma sarà democraticamente il popolo. Non solo, perché a differenza di ciò che avviene ora, il presidente della Repubblica è sì il capo dello Stato, ma presiede il Consiglio dei ministri salvo delega al primo ministro. Insomma, in teoria il Presidente della Repubblica potrebbe essere al tempo stesso anche Presidente del Consiglio.
Chi controlla il controllore. Un aumento incredibile del peso politico del suo ruolo che, a fianco della democratizzazione del suo ruolo, crea anche paure di svolte populistiche e uno sbilanciamento eccessivo del suo potere. Se, infatti, il Presidente della Repubblica ha il ruolo di controllo sul lavoro di governo e Parlamento, con la possibilità di nomina e revoca dei ministri, così come di sciogliere le Camere, se il Presidente della Repubblica diventa al tempo stesso Presidente del Consiglio verrebbe a mancare il controllore. E la domanda è: l'Italia è una democrazia abbastanza matura per sopportare una simile svolta?
Scritto da Duccio Fumero | Yahoo! Notizie – ven 27 lug 2012
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