A
un anno dalla improvvisa e prematura scomparsa di Francesco
Arrigoni,lunedi 30 luglio,alle ore 20,30 presso la chiesetta di San
Bernardino in via Valle a Villa d'Adda,verrà celebrata una messa in suo
suffragio e ricordo.
Siamo certi che chi l'ha conosciuto ed apprezzato non mancherà di partecipare per onorarne la memoria.
Noi vogliamo ricordarlo con questo
ritratto chiaro e asciutto nelle parole scritte da Luca Zanini sul
Corriere della sera un anno fa.
MILANO
Era una persona garbata e schiva. Era anche un professionista coi fiocchi, forse non sanguigno come nello stile classico della critica gastronomia italiana dei figli di Monelli, Brera e Veronelli, ma proprio per il suo distacco grande. Sapeva che raccontare la tavola non è come operare a cuore aperto.
...e con questo articolo di Cesare Zapperi:
“Ciao Arrigoni, una stretta di mano alla tua schiettezza”
“Pluralità uguale democrazia, questo è il nostro motto”. Così Francesco Arrigoni dal suo blog Terradadda aveva accolto la nascita di Bergamonews. Non conosceva il giornale né chi gli avrebbe poi dato sostanza. Quelle sarebbero arrivate dopo e solo per un niente non sono diventate un parziale percorso comune. Francesco, prima e più di tanti altri, aveva colto il significato dell’iniziativa e, a dispetto delle tante gelosie e invidie che infestano il mondo del giornalismo, si era messo subito a disposizione, con la sua piccola ma battagliera creatura, per fare rete.
Per molti, se non per tutti, Arrigoni è stato una firma di prestigio dell’enogastronomia. Cresciuto ad una grande scuola, si è guadagnato stima e rispetto per la capacità di coniugare competenza e professionalità con un non comune rigore. A volte anche eccessivo, a dar retta a chi lo conosceva bene e a quanti è capitato di incrociare le armi con lui. Come tutti quelli che hanno un carattere, aveva un brutto carattere. O così veniva comodo dipingerlo a chi non lo amava.
Ma, come dimostra la sua scelta di “ritirarsi” a Villa d’Adda, Francesco amava la schiettezza, la semplicità, la genuinità. A costo di passar per orso scorbutico.
Dietro quella scorza, tuttavia, c’erano doti non comuni di generosità e di senso civico. Cos’altro è se non un gesto di altruismo mettere in piedi un blog e dedicarsi a combattere battaglie civili per il proprio paese e la propria terra? Certo, con le sue idee, le sue convinzioni, i suoi dogmi. Avrebbe potuto dedicarsi alla “bella vita”, come viene dipinta l’esistenza dei giornalisti gourmand. Ha scelto, invece, di prestare parte del suo tempo anche alla comunità. Mettendo al servizio della gente le sue doti di cronista, di osservatore capace di andare al di là delle apparenze. Con una forte convinzione a guidarlo: il pluralismo, la pluralità delle voci è l’essenza della democrazia.
Ecco perché con Bergamonews è nato da subito un forte feeling che si è consolidato nel tempo. Ci si sentiva poco e ci si vedeva ancor meno. Ma lui era un punto di riferimento per noi almeno quanto noi lo eravamo per lui.
Con Francesco avremmo voluto fare tante cose insieme. Ci si era anche dati appuntamento per parlarne. Poi, il maledetto tran tran quotidiano ti fa scivolar via le giornate troppo in fretta e non riesci più a fare quello che avresti voluto. Te ne accorgi quando ormai è troppo tardi perché il destino sa tirare brutti scherzi. E allora non resta che salutare Francesco con una ideale stretta di mano, una di quelle sue così vigorose, e ringraziarlo per aver voluto condividere anche con noi le fatiche e le soddisfazioni di un impegno giornalistico.
Cesare Zapperi
da BERGAMONEWS.IT
Siamo certi che chi l'ha conosciuto ed apprezzato non mancherà di partecipare per onorarne la memoria.
MERCOLEDÌ 3 AGOSTO 2011
E' morto
Francesco Arrigoni, penna limpida del Corsera
MILANO
Chi
scrive di cibo o di vino in Italia non può non conoscere il delfino di
Gino Veronelli. Giornalista gastronomico del Corriere della Sera e blogger
della testata medesima. Il traguardo per ogni vero giornalista italiano del
settore.
Articoli
sempre perfetti, mai privi d'intelligenza, sempre al di fuori e al di sopra
delle questioni modaiole dei blogger tout court. Un garbato gusto per la
polemica come nei confronti di quel ristoratore brianzolo che invocava un
"Marchionne della ristorazione".
Era una persona garbata e schiva. Era anche un professionista coi fiocchi, forse non sanguigno come nello stile classico della critica gastronomia italiana dei figli di Monelli, Brera e Veronelli, ma proprio per il suo distacco grande. Sapeva che raccontare la tavola non è come operare a cuore aperto.
Non
vengono troppo valorizzate le persone così in Italia. Non sono bravi a
fare i pr di se stessi, non sono troppo presenzialisti e finiscono presto
nell'abisso popolare di coloro che-se-la-tirano-perché-sono-del-Corriere, invidiati perché non devono scrivere markette per scrivere. Arrigoni invece
era un collega dal quale si poteva imparare. Ci mancherà.
...e con questo articolo di Cesare Zapperi:
“Ciao Arrigoni, una stretta di mano alla tua schiettezza”
“Pluralità uguale democrazia, questo è il nostro motto”. Così Francesco Arrigoni dal suo blog Terradadda aveva accolto la nascita di Bergamonews. Non conosceva il giornale né chi gli avrebbe poi dato sostanza. Quelle sarebbero arrivate dopo e solo per un niente non sono diventate un parziale percorso comune. Francesco, prima e più di tanti altri, aveva colto il significato dell’iniziativa e, a dispetto delle tante gelosie e invidie che infestano il mondo del giornalismo, si era messo subito a disposizione, con la sua piccola ma battagliera creatura, per fare rete.
Per molti, se non per tutti, Arrigoni è stato una firma di prestigio dell’enogastronomia. Cresciuto ad una grande scuola, si è guadagnato stima e rispetto per la capacità di coniugare competenza e professionalità con un non comune rigore. A volte anche eccessivo, a dar retta a chi lo conosceva bene e a quanti è capitato di incrociare le armi con lui. Come tutti quelli che hanno un carattere, aveva un brutto carattere. O così veniva comodo dipingerlo a chi non lo amava.
Ma, come dimostra la sua scelta di “ritirarsi” a Villa d’Adda, Francesco amava la schiettezza, la semplicità, la genuinità. A costo di passar per orso scorbutico.
Dietro quella scorza, tuttavia, c’erano doti non comuni di generosità e di senso civico. Cos’altro è se non un gesto di altruismo mettere in piedi un blog e dedicarsi a combattere battaglie civili per il proprio paese e la propria terra? Certo, con le sue idee, le sue convinzioni, i suoi dogmi. Avrebbe potuto dedicarsi alla “bella vita”, come viene dipinta l’esistenza dei giornalisti gourmand. Ha scelto, invece, di prestare parte del suo tempo anche alla comunità. Mettendo al servizio della gente le sue doti di cronista, di osservatore capace di andare al di là delle apparenze. Con una forte convinzione a guidarlo: il pluralismo, la pluralità delle voci è l’essenza della democrazia.
Ecco perché con Bergamonews è nato da subito un forte feeling che si è consolidato nel tempo. Ci si sentiva poco e ci si vedeva ancor meno. Ma lui era un punto di riferimento per noi almeno quanto noi lo eravamo per lui.
Con Francesco avremmo voluto fare tante cose insieme. Ci si era anche dati appuntamento per parlarne. Poi, il maledetto tran tran quotidiano ti fa scivolar via le giornate troppo in fretta e non riesci più a fare quello che avresti voluto. Te ne accorgi quando ormai è troppo tardi perché il destino sa tirare brutti scherzi. E allora non resta che salutare Francesco con una ideale stretta di mano, una di quelle sue così vigorose, e ringraziarlo per aver voluto condividere anche con noi le fatiche e le soddisfazioni di un impegno giornalistico.
Cesare Zapperi
da BERGAMONEWS.IT
Francesco...ci manca tantissimo, soprattutto in questo periodo buio e senza speranza per troppa gente.Sono certo che manchi anche a coloro che lo hanno denigrato e sputtanato perchè con il suo rigore di vita accentuava le loro miserie.Ciao sei stato un grande.
RispondiEliminaMa non hanno cambiato nulla.
EliminaDobbiamo fare qualcosa perché Francesco abbia la sua targa sul Monte Canto che tanto ha amato. Gli è dovuta con tutta la nostra gratitudine.
RispondiEliminaDifficilmente sarà possibile attuare questa proposta tramite l'attuale maggioranza,che già una volta,platealmente,ha rifiutato una proposta simile.
EliminaAspettiamo pazientemente che questi signori levino le tende e poi sicuramente verranno ripresentate proposte sia per quanto riguarda Villa d'Adda che il monte Canto.
Purtroppo non riesco ad esserci lunedi' perche' sono in ferie, ma lo ricordo sempre e spero che verra' ricordato in Paese con l'intitolazione di una via, di un parco, di qualcosa perche' ha dato tanto in cambio di nulla! E' stato un grande uomo!!!
RispondiEliminaNon molti capiscono che l'avversario non è un nemico ma, più semplicemente, un portatore di idee diverse dalle proprie. Se si ha l'umiltà la pazienza e l'intelligenza di ascoltarle e di analizzarle, frequentemente si scopre che contengono delle genialità alle quali non si aveva posto attenzione.
RispondiEliminaNessuno detiene la verità assoluta, tanto meno se si parte da posizioni ideologiche preconcette che condizionano la comprensione della realtà che ci circonda e, di fatto, limitano la libertà di coscienza.
Dici bene,Orso!
RispondiEliminaUmiltà,intelligenza,pazienza....
Tutte doti che non appartengono all'attuale classe amministrativa di Villa d'Adda.
Loro conoscono solamente l'arroganza ed il diasprezzo!
Ma non hanno cambiato nulla.
RispondiEliminaRagazzi, non sprecate fiato perchè questi che ci sono adesso se ne strabattono di tutto e vanno avanti inperterriti anche davanti a un bagno di sangue.
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