Da L'ECO DI BERGAMO,6 marzo 2010
Villa d'Adda, la denuncia di un'impresa edile:
«Qualcuno fa acquisti on line coi nostri dati»
Villa d'Adda, la denuncia di un'impresa edile:
«Qualcuno fa acquisti on line coi nostri dati»
- Sconosciuti malviventi si sono impadroniti dei dati di un´azienda bergamasca per fare acquisti ...
Villa d'Adda
Vittorio Attanà
Qualcuno ha «rubato» la loro identità, cercando di fare acquisti a loro nome (e a loro spese). È successo ai responsabili di una ditta di costruzioni con sede a Villa d'Adda. Ignoti sono riusciti, non si sa come, a impossessarsi di alcuni importanti dati dell'azienda: numero di partita Iva, fotocopia di carta d'identità del titolare e addirittura codice Iban del conto corrente bancario. E con questi elementi i malviventi si sono messi a fare acquisti on line: prima materiale per la videosorveglianza, poi due televisori maxi-schermo, infine materiale per l'edilizia. Con un elemento in comune: la merce era destinata a finire sempre in Calabria, a Rosarno in particolare. Già tre i tentativi di sottrarre denaro all'azienda dell'Isola bergamasca, andati tutti a vuoto, per una serie di circostanze fortuite che hanno permesso all'azienda di scoprire che qualcuno stava utilizzando indebitamente i propri dati.
Il primo falso ordine
Il consigliere delegato dell'azienda (che preferisce rimanere nell'anonimato) ha voluto denunciare pubblicamente il caso, soprattutto per mettere in guardia anche le altre imprese da simili imbrogli: «Non è infrequente, infatti – spiegano dall'azienda – che nel nostro ramo circolino le fotocopie di documenti, per motivi professionali, o dati sensibili che potrebbero essere sottratti e utilizzati in maniera illecita, oppure venduti a terzi per scopi illegali». Il primo episodio che ha visto coinvolta la ditta edile di Villa d'Adda è accaduto una decina di giorni fa: «Abbiamo ricevuto – spiega il consigliere delegato – la telefonata di una ditta di Mapello specializzata in materiale per la videosorveglianza e casseforti: sostenevano che noi avevamo fatto un ordine per un importo di circa mille euro, ma che la merce era ferma presso la sede di un corriere espresso a Rosarno, in attesa di pagamento. Chi aveva pagato, infatti, aveva utilizzato un assegno bancario, ma il fornitore voleva essere pagato in contanti oppure con assegno circolare. Noi siamo caduti dalle nuvole: non avevamo fatto alcun ordine di quella natura. Così abbiamo bloccato tutto».
Itv maxi-schermo
«Pensavamo che si fosse trattato solo di un equivoco e che la vicenda si fosse conclusa – prosegue il consigliere delegato – invece venerdì scorso si presenta alla nostra sede un addetto alle consegne, per recapitarci due tv color maxi-schermo, acquistati con un finanziamento a nostro nome. Abbiamo contattato il fornitore, spiegando che non avevamo fatto alcun ordine di televisori. Ci è stato risposto che, in effetti, la merce non doveva essere consegnata a noi, ma a un corriere espresso di Rosarno». L'errore di consegna ha permesso alla ditta bergamasca di scoprire anche questo tentativo di imbroglio e a bloccarlo.
È di ieri l'ultimo episodio: «Ci chiama una ditta di Catanzaro – spiegano dall'azienda bergamasca – per un presunto ordine d'acquisto di rete romboidale, da noi mai fatto». L'impresa di Villa d'Adda non si spiega come sia stato possibile, per i malviventi, impadronirsi dei dati, in particolare del codice Iban. I vertici dell'azienda sono intenzionati a sporgere denuncia alla polizia postale. L'azienda infatti teme che altri ordini d'acquisto, nel frattempo, possano essere stati compiuti on-line a sua insaputa. «È importante – conclude il consigliere delegato dell'impresa – che le imprese stiano in guardia da possibili usi illeciti dei propri dati: come successo a noi, potrebbe accadere anche ad altri». Per la ditta dell'Isola bergamasca, una sola consolazione: i malviventi, a causa di qualche imprevisto, non sono riusciti a portare a termine i loro piani fino in fondo.
Vittorio Attanà
Qualcuno ha «rubato» la loro identità, cercando di fare acquisti a loro nome (e a loro spese). È successo ai responsabili di una ditta di costruzioni con sede a Villa d'Adda. Ignoti sono riusciti, non si sa come, a impossessarsi di alcuni importanti dati dell'azienda: numero di partita Iva, fotocopia di carta d'identità del titolare e addirittura codice Iban del conto corrente bancario. E con questi elementi i malviventi si sono messi a fare acquisti on line: prima materiale per la videosorveglianza, poi due televisori maxi-schermo, infine materiale per l'edilizia. Con un elemento in comune: la merce era destinata a finire sempre in Calabria, a Rosarno in particolare. Già tre i tentativi di sottrarre denaro all'azienda dell'Isola bergamasca, andati tutti a vuoto, per una serie di circostanze fortuite che hanno permesso all'azienda di scoprire che qualcuno stava utilizzando indebitamente i propri dati.
Il primo falso ordine
Il consigliere delegato dell'azienda (che preferisce rimanere nell'anonimato) ha voluto denunciare pubblicamente il caso, soprattutto per mettere in guardia anche le altre imprese da simili imbrogli: «Non è infrequente, infatti – spiegano dall'azienda – che nel nostro ramo circolino le fotocopie di documenti, per motivi professionali, o dati sensibili che potrebbero essere sottratti e utilizzati in maniera illecita, oppure venduti a terzi per scopi illegali». Il primo episodio che ha visto coinvolta la ditta edile di Villa d'Adda è accaduto una decina di giorni fa: «Abbiamo ricevuto – spiega il consigliere delegato – la telefonata di una ditta di Mapello specializzata in materiale per la videosorveglianza e casseforti: sostenevano che noi avevamo fatto un ordine per un importo di circa mille euro, ma che la merce era ferma presso la sede di un corriere espresso a Rosarno, in attesa di pagamento. Chi aveva pagato, infatti, aveva utilizzato un assegno bancario, ma il fornitore voleva essere pagato in contanti oppure con assegno circolare. Noi siamo caduti dalle nuvole: non avevamo fatto alcun ordine di quella natura. Così abbiamo bloccato tutto».
Itv maxi-schermo
«Pensavamo che si fosse trattato solo di un equivoco e che la vicenda si fosse conclusa – prosegue il consigliere delegato – invece venerdì scorso si presenta alla nostra sede un addetto alle consegne, per recapitarci due tv color maxi-schermo, acquistati con un finanziamento a nostro nome. Abbiamo contattato il fornitore, spiegando che non avevamo fatto alcun ordine di televisori. Ci è stato risposto che, in effetti, la merce non doveva essere consegnata a noi, ma a un corriere espresso di Rosarno». L'errore di consegna ha permesso alla ditta bergamasca di scoprire anche questo tentativo di imbroglio e a bloccarlo.
È di ieri l'ultimo episodio: «Ci chiama una ditta di Catanzaro – spiegano dall'azienda bergamasca – per un presunto ordine d'acquisto di rete romboidale, da noi mai fatto». L'impresa di Villa d'Adda non si spiega come sia stato possibile, per i malviventi, impadronirsi dei dati, in particolare del codice Iban. I vertici dell'azienda sono intenzionati a sporgere denuncia alla polizia postale. L'azienda infatti teme che altri ordini d'acquisto, nel frattempo, possano essere stati compiuti on-line a sua insaputa. «È importante – conclude il consigliere delegato dell'impresa – che le imprese stiano in guardia da possibili usi illeciti dei propri dati: come successo a noi, potrebbe accadere anche ad altri». Per la ditta dell'Isola bergamasca, una sola consolazione: i malviventi, a causa di qualche imprevisto, non sono riusciti a portare a termine i loro piani fino in fondo.
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