PENSIONI DA CALCIATORI.
Il modo migliore per accelerare l'abbronzatura è leggere i giornali, si diventa neri prima. Di rabbia. Ieri fra le rassicurazioni di Enrico Letta, le minacce dei falchi del Pdl e il solito duetto fra Renzi e Grillo (sembrano Gianni e Pinotto), campeggiavano le pensioni d'oro dei supermanager erogate dall'Inps col vecchio sistema retributivo, per nulla rispondente a ciò che è stato versato negli anni.
Solo da poco tempo e con grande fatica il nostro Paese si è allineato al mondo e al buonsenso, adottando il sistema conI tributivo. Veniamo ai numeri. Sul gradino più alto del podio c'è Mauro Sentinelli (Telecom) 93.000 euro di assegno. Voi penserete all'anno, con un moto d'invidia. No, al mese, il che significa 3000 euro al giorno. Ci dicono che se li merita tutti per avere inventato la carta prepagata Tim e noi registriamo l'appendice.
Al secondo posto, molto staccato ma pur sempre baciato dalla carriera, c'è Mauro Gambaro (Interbanca) 52.000 euro al mese. Al terzo Alberto De Petris (Infostrada) 51.000. Al quarto Vito Gamberale (Eni, Sip, Telecom) 45.000 euro, oggi finanziere di successo che quando vuole volare compra l'aeroporto. Sullo stesso livello c'è Alberto Giordano (Cassa di Roma).
Nessuna intenzione di colpevolizzare, le regole distorte erano quelle e i numeri sono questi. È da una vita che il Parlamento prova a mettere un tetto alle pensioni surreali (ultimo tentativo il contributo di solidarietà), ma si scontra regolarmente con il muro della Corte Costituzionale. Già, la Costituzione più bella del mondo. Sarebbe meglio che fosse la più moderna, e magari la più equa.
di Giorgio Gandola
Il modo migliore per accelerare l'abbronzatura è leggere i giornali, si diventa neri prima. Di rabbia. Ieri fra le rassicurazioni di Enrico Letta, le minacce dei falchi del Pdl e il solito duetto fra Renzi e Grillo (sembrano Gianni e Pinotto), campeggiavano le pensioni d'oro dei supermanager erogate dall'Inps col vecchio sistema retributivo, per nulla rispondente a ciò che è stato versato negli anni.
Solo da poco tempo e con grande fatica il nostro Paese si è allineato al mondo e al buonsenso, adottando il sistema conI tributivo. Veniamo ai numeri. Sul gradino più alto del podio c'è Mauro Sentinelli (Telecom) 93.000 euro di assegno. Voi penserete all'anno, con un moto d'invidia. No, al mese, il che significa 3000 euro al giorno. Ci dicono che se li merita tutti per avere inventato la carta prepagata Tim e noi registriamo l'appendice.
Al secondo posto, molto staccato ma pur sempre baciato dalla carriera, c'è Mauro Gambaro (Interbanca) 52.000 euro al mese. Al terzo Alberto De Petris (Infostrada) 51.000. Al quarto Vito Gamberale (Eni, Sip, Telecom) 45.000 euro, oggi finanziere di successo che quando vuole volare compra l'aeroporto. Sullo stesso livello c'è Alberto Giordano (Cassa di Roma).
Nessuna intenzione di colpevolizzare, le regole distorte erano quelle e i numeri sono questi. È da una vita che il Parlamento prova a mettere un tetto alle pensioni surreali (ultimo tentativo il contributo di solidarietà), ma si scontra regolarmente con il muro della Corte Costituzionale. Già, la Costituzione più bella del mondo. Sarebbe meglio che fosse la più moderna, e magari la più equa.
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