ESAURITI GLI SLOGAN,ORA SALVIAMO L'ITALIA
Giorgio Gandola - L'ECO DO BERGAMO,24 febbraio 2013
La campanella è suonata, la ricreazione è finita e la campagna elettorale più chiassosa e colorata della storia contemporanea va in archivio. Chiasso e colori come alla Vucciria di Palermo, fra bancarelle del pesce e della verdura, ma è meglio puntualizzare: qui parliamo di triglie d'allevamento e di carote geneticamente modificate. Un gran fermento di vita, un gran lievitare di chiacchiere attorno a un Paese sfinito dalla crisi, che martedì si sveglierà con i gravi problemi di sempre e un governo forse capace e forse no di affrontarli. La ricreazione è finita per Silvio Berlusconi, che da vent'anni firma con gli italiani contratti senza alcuna intenzione di rispettarli; che ha già mandato le lettere di riscossione dell'Imu lasciando credere che fossero volantini e invece erano veramente bollettini, validi come i soldi del Monopoli. Se vince, poiché l'Imu l'ha già restituita, potrà dedicarsi per altri cinque anni ai suoi processi. Un giorno non lontano di dicembre sussurrò: «Non mi faranno fare la fine di Craxi». Quando dice che lo spread non gli importa nulla e che la Merkel è lontana dai suoi orizzonti, almeno dice la verità. La ricreazione è finita per Bobo Maroni, che sa perfettamente di non poter far rimanere in Lombardia il 75% del gettito fiscale e aiutare in questo modo una delle regioni più industrializzate d'Europa ad uscire dalla stagnazione. Non c'è legge dello Stato che lo preveda e il suo «vengano i carabinieri a prenderci i soldi» ha in sé qualcosa di romantico e di incosciente che un popolo adulto ha già metabolizzato come gag. Senza contare che in questi vent'anni (sempre gli stessi, quelli della rivoluzione liberale fallita) la Sicilia è riuscita a tenersi il 100% del gettito e la Toscana, per esempio, l'85%. Senza la Lega. La ricreazione è finita per Pierluigi Bersani e per il suo giaguaro di peluche. È stato il candidato più sobrio, persino più di Monti, ma un paio di carote troppo arancioni per essere quelle dell'orto le ha messe sul bancone anche lui. Prima carota, il «se ci attaccano su Monte dei Paschi li sbraniamo», sapendo perfettamente che quella banca e i suoi caveau contengono fantasmi e mummie del centrosinistra sin dai tempi del Pci e poi del Pds e dei Ds. In quota D'Alema quando guidava eroicamente la «merchant bank dove non si parla inglese» a palazzo Chigi nel 1998. La seconda carota geneticamente modificata arriva direttamente dalle primarie: la sconfitta di Renzi. Il centrosinistra ha avuto l'occasione di cavalcare veramente il nuovo, di intercettare il vento laburista e riformista che spirava dietro il sindaco di Firenze. Con lui in campo, Berlusconi sarebbe rimasto in panchina e oggi Grillo farebbe meno paura ai benpensanti. Invece l'apparato post-sovietico ha impacchettato il sindaco e lo ha rimandato a Firenze con un bacione avvelenato. E oggi Bersani rischia di essere appeso ad ogni goliardata di Vendola. La ricreazione è finita per Mario Monti, che nell'inseguire la deriva da avanspettacolo ha affittato un cagnolino e lo ha portato in tv per fare il piacione, ruolo al quale è antropologicamente negato. Il premier del rigore ha promesso una primavera fiorita senza sciogliere i cuori ghiacciati degli italiani. E nel concitato finale ha provato pure lui a spararla grossa attribuendo a frau Merkel un divieto preventivo a un governo di sinistra: la smentita piccata è arrivata dopo un quarto d'ora. La ricreazione è finita in anticipo per Oscar Giannino: gli avevano detto che l'importante è esagerare e lui s'è inventato due lauree, un master e persino la partecipazione allo Zecchino d'oro. E non è uno scherzo. La ricreazione è finita anche per Beppe Grillo, l'uomo dello sfascio che intende la politica come la cassetta della frutta ad Hyde Park: chiunque può salirci sopra e dire la sua. Ha candidato brave persone, tutte con lo zainetto di Ambrosoli. La freschezza di una scolaresca in gita può fare bene al ricambio democratico. Anzi metterà una gran paura ai vecchi arnesi non biodegradabili, riciclati dalla prima Repubblica. Più preoccupante è il vuoto pneumatico dei programmi. Qualche giorno fa alla radio due candidati grillini rispondevano a un intervistatore. Prima domanda al candidato 1: cosa farete per rilanciare il Paese? Risposta di dieci minuti sul fondamentale ruolo delle biomasse in economia. Seconda domanda al candidato 2: qual è la vostra posizione rispetto agli Stati Uniti e alla questione palestinese? Risposta di cinque minuti – con l'intervistatore presumibilmente prossimo al suicidio – sul fondamentale ruolo delle biomasse in politica estera. La ricreazione è finita, adesso tocca a noi. Ricordiamoci ciò che il cancelliere Bismarck scriveva già due secoli fa: «Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono durante una guerra, dopo la caccia e prima delle elezioni». Stare a casa per fare un dispetto a noi stessi è sbagliato. Meglio dirigersi verso l'urna e decidere con coscienza se è preferibile salvare il Paese con le cabale, con la speranza o con le biomasse. Basta un segno sul simbolo preferito. Poi, da buoni italiani e come canta Gaber, potremo sempre metterci in tasca la matita.
Il voto è una cosa seria ed è un diritto-dovere che io vorrei potere esercitare liberamente.
RispondiEliminaPurtroppo però il nostro sistema limita la possibilità di scelta, anzi impedisce di scegliere i candidati che sono tutti o autocandidati o nominati dalle segreterie ed imposti dai segretari, fatta salva l'eccezione della commedia delle primarie farsa.
Abbiamo il comico monologante che disdegna le domande alle quali dovrebbe dare risposte che non ha.
Il magistrato in aspettativa (ovviamente, non si sa mai...) che, dopo le vacanze in Guatemala, ci prova (al suo collega è andata così bene...) ed interroga a destra e a manca senza dare risposte chiare a nessuno (segreto istruttorio?).
Il laureato immaginario in costume circense, economista autodidatta che, non contento di essersi inventato due lauree ed un master, per buon peso, ha aggiunto anche una partecipazione allo zecchino d'oro costringendo il vecchio mago Zurlì in persona a sbugiardarlo. Ci si può fidare di costui?
Il tecnico, a braccetto con le menti più "fini" nel gioco della poltrona incollata al culo, la cui coerenza e l'equilibrio sono messi in forse già dal nome: Mari-o Monti? il quale annuncia sgravi che il giorno prima aveva definito da pazzi solo al pensarli. Per il resto promette ancora nuovi sacrifici visto che, a suo dire, gli italiani hanno molto apprezzato i vecchi.
Il tabaccaio metaforico, riesumatore di mortadelle d'annata, pacioso all'apparenza ma "sbranatore" di chiunque gli dia fastidio alleato all'estrema sinistra ma alleabile anche col centro e, perché no, con tutta la destra ad l'esclusione di una sola persona che gli sta particolarmente poco simpatica.
Il satiro paladino della giustizia sociale, rimborsatore di ingiuste tasse, che dall'altro dei suoi tacchi pontifica (ma solo a parole perché di ponti non se ne sono visti) parlando alla pancia delle persone (d'altro canto l'altezza è quella...)
NON MI FIDO DI NESSUNO DI QUESTI POLITICI POLITICANTI E PAROLAI.
Oggi nevica e non andrò al seggio, ho tutto il giorno per pensarci. Lunedì si vedrà se sarà il caso di andare a votare oppure se sarà meglio risprmiarsi la pena di farlo e risparmiare così anche la parte di rimborsi elettorali e premi di maggioranza a gente che non vale nulla e non merita nulla.
tra un anno o poco più rivotiamo spero che ALBA DORATA venga ammessa nelle liste e allora si che comincerà il vero cambiamento e diamo una spallata a chi ci ha fatto e farà ancora dell male
RispondiEliminalibero
caro Orso, io penso che bisogni indossare lo scafandro da palombaro , in quanto non e' sufficiente turarsi il naso come diceva Montanelli , ed andare a votare. Dopo tanti pagliacci, possiamo tentare anche con un comico, l'importante e' mandare a casa e poi in galera chi ci ha derubato per decenni,col sorriso sulle labbra e la vaselina in....Ho letto oggi, a proposito degli esuberi di RCS,si parla di licenziare 800 persone, che un dirigente ( tale maurizio romiti, parente di cesare?), dopo 2 anni di lavoro e' stato liquidato con 17 milioni di euro.I nostri politici ( destra e sinistra, i nostri giudici politicanti, dove erano?). Senza dubbio stavano mangiando a qualche altra tavola, alle nostre spalle. Per cui l'unico modo per mandarli prima a casa e poi in galera, a casa e' votare qualcun altro.
RispondiEliminaMalgrado tutto ho votato.
RispondiEliminaCaro Orso, pensavo che l'avresti comunque fatto.
RispondiEliminaIl dovere non si mette in discussione neppure quando fa schifo.
EliminaParrebbe comunque dai primi dati che un paio di vecchi arnesi siano fuori dal gioco e questo già mi rincuora.
chi vota grillo vota bersani perchè con i piccioli se li magna ed il sottofondo di questi è sinistrotto niente di nuovo una bella messa in scena ..
RispondiEliminache non fa ridere nessuno nemmeno chi con il forte entusiasmo a cercato il cambiamento li paragono a degli innocenti che cadranno nelle fauci dell leone e non ci sarà scampo.. la fine dell clown