Berlusconi:
«I miei uomini mi chiedono di tornare»
Solo i suoi........
INCREDIBILE!
------------------------------------------dal SOLE 24 ORE.06 Dicembre 2012
Pdl in bilico, il confine è sempre più fra chi guarda a Monti e chi lo rifiuta
di Stefano FolliNel Pdl che naviga alla cieca verso primarie talmente sovraffollate da apparire quasi grottesche, è sempre più chiaro che la vera discriminante riguarda il sì o il no al governo Monti post-elettorale. Governo fondato su una maggioranza politica, s'intende, ma pur sempre affidato con convinzione all'attuale premier, visto come l'unico leader possibile, in questa fase storica, del centrodestra.
Accettare questa prospettiva o rifiutarla è il vero tema politico che s'intuisce al fondo di un contrasto sulle primarie altrimenti in buona misura incomprensibile. È chiaro che il partito che fu berlusconiano sta vivendo le premesse di una scissione. Magari si potrà evitarla strada facendo, ma le probabilità che invece si consumi sono alte. In un certo senso è già avvenuta, benchè non in modo ufficiale, e proprio sulla questione Monti. Nel Pdl c'è un largo spettro che ormai guarda a Palazzo Chigi per ritrovare un punto di riferimento e un orizzonte, se non proprio una guida.
Certo, il segretario Alfano insiste nel dire che prima "Monti deve candidarsi", in vista di ottenere poi il consenso del centrodestra. Ma è lo scudo di un uomo che deve pur tenere insieme quel che resta del vecchio esercito. Alfano è convinto da tempo (e non è il solo) che l'unico futuro per i reduci moderati del berlusconismo sia nel Partito Popolare europeo: è lì che bisogna rifugiarsi per trovare riparo alla tempesta distruttiva in atto. Chi meglio di Monti può garantire una transizione credibile verso quell'approdo?
S'intende, questo è l'interesse di tutti coloro che guardano al presidente del Consiglio come alla zattera della salvezza. Ma è tutto da verificare se Monti sia interessato a un ruolo di "federatore" che, almeno secondo un certo punto di vista, finisce per sovrapporsi a quello di salvatore di un ceto politico. Resta il fatto che di giorno in giorno aumenta il numero di coloro che vorrebbero il premier nelle vesti di "aggregatore" di un'ampia e ancora parecchio confusa area moderata. Le difficoltà di una simile impresa sono intuibili, ma qui è interessante vedere come si sta organizzando la corrente "montiana" del Pdl. La sua consistenza era già tutt'altro che irrisoria, ma adesso si sta ampliando, in parallelo con una lotta di potere senza quartiere.
In ogni caso la linea del fronte è lì: fra chi è pro-Monti (Frattini, la Gelmini, persino alcuni ex An, numerosi parlamentari timorosi di non essere rieletti, in sostanza lo stesso Alfano) e chi è anti-Monti (molti di coloro che si sono candidati alle primarie contro il segretario, Brunetta, una buona porzione di ex An e ovviamente il fondatore Berlusconi). Le primarie sono il campo di battaglia, ma la posta in gioco è la ridefinizione del centrodestra nell'era post-berlusconiana.
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da LIBERO:
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Berlusconi torna in campo: "Vogliono che mi candidi"
............................................................................da L'ECO DI BERGAMO,Giovedì 06 Dicembre 2012
«Ritorno,
il Paese è sul baratro»
«Sono assediato dalle richieste di ricandidarmi»
Oggi un nuovo summit con i vertici del Pdl
ROMA
Berlusconi torna in campo. La decisione, che verrà presa «tutti insieme nei prossimi giorni», è cosa fatta. Con buona pace delle ricostruzioni del lungo vertice di palazzo Grazioli che ai taccuini dei giornalisti ha consegnato ben altra verità.
Ma è lo stesso leader del Popolo della libertà a riportare nell'alveo della «realtà», come scandisce in una nota serale il Cavaliere, la situazione del partito e le sue prospettive future. Via le primarie, via «piani B», via, soprattutto, il sostegno (incondizionato) fin qui garantito al governo Monti.
«Oggi situazione più grave»
Anzi. Dopo aver fatto balenare in più di un'occasione l'idea di togliere la fiducia al governo tecnico – cercando nel «no» all'election day la «pistola fumante» per poter giustificare un cambio di rotta – Berlusconi chiama gli italiani a riflettere su questa esperienza governativa. E, in tempo di bilanci di fine anno, mette senza troppi complimenti Monti e i suoi ministri sul banco degli imputati: «La situazione oggi – dice – è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio Paese». Di più: «Oggi – rincara la dose – l'Italia è sull'orlo del baratro».
«L'economia – spiega il leader Pdl – è allo stremo: un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d'acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili». E, a dodici giorni dalla scadenza di pagamento, punta anche il dito sull'Imu che vede «le famiglie italiane angosciate perché non riescono a pagarlo».
Anche «le imprese chiudono», «l'edilizia crolla», «il mercato dell'auto è distrutto». Tinte fosche, quasi da profezia dei Maya che lo costringono – si interpreta il suo pensiero tra le righe del comunicato – a tornare in campo: «Non posso consentire che il mio Paese precipiti in una spirale recessiva senza fine. Non è più possibile andare avanti così».
Ed è per questo, per queste «dolorose constatazioni», che Berlusconi si vede costretto ad una scelta che verrà presa, «tutti insieme, nei prossimi giorni».
La spinta dalle primarie Pd
L'accelerazione del Cavaliere, che molti prevedevano solo a Consiglio dei ministri ultimato (non a caso un nuovo vertice del Pdl è previsto per oggi alle 13,30), spiazza alleati ed avversari anche se chiarisce pubblicamente quello che un po' tutti – colonnelli compresi – si attendevano (e qualcuno temeva): il ritorno da protagonista sulla scena politica.
Le primarie del Pd, come lui stesso più volte ha ammesso con i suoi fedelissimi, lo hanno convinto una volta di più. Nessun mistero, infatti, che l'ipotesi di dover competere con Bersani gli è stata sempre più gradita rispetto a quella di una sfida con il «nuovo» incarnato da Renzi.
Riprendere le redini del partito
E alla fine, forse alla luce della fitta triangolazione di contatti tra Palazzo Chigi, Colle e Pd, ha posto fine alla lunga (e assai contestata internamente al Pdl) indecisione.
Promettendo scelte a breve giro di posta dando seguito a quanto lo stesso ex capo del governo, pur misurando bene le parole, avrebbe fatto intendere durante il lungo vertice di via del Plebiscito: riprendere in mano le redini del partito.
Quel vecchio schifoso non molla ancora.
RispondiEliminaNon ne ha abbastanza di tutti i guai che ha combinato agli italiani e all'Italia!
a villa d'adda silvio + lega alle ultime elezioni arrivaro mi sembra al 60%.
RispondiEliminaDetto tutto!
RispondiEliminaInvece delle primarie dove si poteva scegliere un'alternativa, il PDL ci regala per la sesta volta di nuovo LUI. Di fronte allo sfascismo di questa destra irresponsabile scelgo Bersani che magari non avrà carisma ma che, di sicuro, non è nè cinico né irresponsabile.
Io mi auguro che finalmente gli italiani,anche turandosii il naso,non diano il voto a lui e ai suoi rammolliti leccascarpe,così finalmente ce lo toglieremo dalla scatole questo bugiardone.
RispondiEliminaDispiace solo che ricandidandosi lui sicuramente vinceranno le sinistre.
E tutto questo per colpa sua.
E io suggerirei alla Lega di non allearsi ancora con lui,altrimenti molti non voteranno più nemmeno la lega.