LA RIVINCITA DEGLI INTROVERSI
20/10/2012
Zitti zitti, i timidi cambiano il mondo
Arriva in Italia il best seller che spiega come, nell’epoca dello show, il potere è dei silenziosi
MIRELLA SERRI
ROMA
Non siete loquaci? Non vi piace parlare in pubblico? Pensate di non essere come Bruno Vespa che tiene banco tutte le sere? Di essere un po’ misantropi e poco comunicativi? Sbagliato.
Voi e tutti quelli che vi somigliano appartenete alla tipologia degli introversi. Per fortuna vostra.
E anche di tutti gli altri: infatti proprio alla categoria di coloro che preferiscono non apparire, che privilegiano la meditazione rispetto all’azione, la prudenza rispetto al rischio, la solitudine all’eccesso di socialità, ovvero proprio agli introversi, pertiene la dote unica e assai speciale di avere spesso lasciato una notevole traccia, di aver cambiato il mondo e le sue regole.
A raccontarci questa vicenda assai singolare del «Potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare» - così il sottotitolo del saggio «Quiet», che ha avuto un successo pazzesco e ha già venduto oltre un milione di copie (appena uscito da Bompiani) - è Susan Cain, studiosa di Diritto nonché lei stessa nella categoria caratteriale e comportamentale messa sotto analisi.
Per questa ricerca l’opinionista di «Psychology Today» ha intervistato decine di esperti di temperamento e di Psicologia dell’evoluzione per capire come mai, dal momento che gli introversi vanno dal 30 al 50 per cento degli americani (in Europa sono più della metà della popolazione adulta), sia invece sempre più dominante, come lo definisce la scrittrice l’«Ideale dell’estroversione». Dall’esibizionismo di Facebook ai vernissage dove l’artista è anche il pierre di se stesso, alla scuola dove le maestre predicano l’interazione in vasti gruppi, tutti i nostri modelli educativi e lavorativi definiscono affetto da timidezza chi si sottrae al diktat e ama la quiete.
Timido, al contrario, è chi ha timore dell’umiliazione o della riprovazione sociale: un’estroversa timida è, per esempio, Barbra Streisand, dalla personalità debordante e comunicativa ma con il terrore del palcoscenico, mentre un introverso non timido è invece Bill Gates, tipino riservato ma che segue ossessivamente le sue idee, sottraendosi al condizionamento degli altri.
Gli introversi sono quindi coloro che, soffrendo di ansia verso i conflitti e gli stimoli del mondo esterno, si chiudono in se stessi. Ma proprio grazie al loro ritegno e al loro non protagonismo partoriscono risultati eccezionali. L’introverso, insomma, è colui che alle luci della ribalta antepone quella del suo tavolino. E che proprio per questo alla fine brilla di luce propria
Noi timidi ed introversi, dobbiamo pero' incominciare a ridurre gli spazi agli estroversi, che si moltiplicano giornalmente e, mentre ci raccontano quotidianamente le loro fanfaronate,campano bene alle nostre spalle. Gran parte di costoro, da 50 anni, passano da un ministero all'altro, da una societa' all'altra da una presidenza all'altra e da un partito all'altro. Sono sempre i soliti e non muoiono mai, e quando cio' avviene, passano il testimone ai loro figli o ai loro delfini ( alcune volte anche solo trote).
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