I partiti hanno il Grillo che si meritano
- da L'ECO DI BERGAMOMercoledì 09 Maggio 2012
Maurizio Crippa
Far finta di essere sani, cantava Giorgio Gaber con la sua corrosiva ironia. La risposta che i partiti e la politica stanno offrendo al verdetto delle urne (certo locale e assai parziale) nelle amministrative di domenica, e soprattutto alla buona affermazione «antipolitica» del movimento di Beppe Grillo, assomiglia pateticamente – cioè senza un filo di ironia – alla canzone di Gaber. E passi se a far finta di essere sano, alla sua veneranda età, è Giorgio Napolitano che ieri, a chi gli chiedeva del «boom» di Grillo, ha risposto: «Di boom ricordo quello degli Anni Sessanta, altri non ne vedo».
Far finta di essere sani, cantava Giorgio Gaber con la sua corrosiva ironia. La risposta che i partiti e la politica stanno offrendo al verdetto delle urne (certo locale e assai parziale) nelle amministrative di domenica, e soprattutto alla buona affermazione «antipolitica» del movimento di Beppe Grillo, assomiglia pateticamente – cioè senza un filo di ironia – alla canzone di Gaber. E passi se a far finta di essere sano, alla sua veneranda età, è Giorgio Napolitano che ieri, a chi gli chiedeva del «boom» di Grillo, ha risposto: «Di boom ricordo quello degli Anni Sessanta, altri non ne vedo».
Il presidente della Repubblica da ormai due d'anni sta tentando coraggiosamente, o disperatamente, di salvare il salvabile di un'Italia senza salvagente. Lo fa con ogni mezzo, istituzionale e di moral suasion, e ora è costretto a provarci anche con una mezza bugia detta a fin di bene, come facevano i medici condotti di una volta. Con rispetto parlando, ovviamente.
Il giudizio del presidente della Repubblica è comunque di tipo politico e non banale, simile a quello offerto dal direttore del «Foglio», Giuliano Ferrara, che ha notato come il Beppe Grillo che minacciava sfracelli e addirittura di trascinare la politica in un «processo di Norimberga» alla fine ha fatto «zeru sindaci», o quasi. E se questo è il risultato in una consultazione tutto sommato di relativa importanza come questa, è difficile che in futuro la risposta nazionale alla crisi politica verrà dal suo movimento qualunquista. Del resto, al di là della legittima rabbia degli elettori, si può davvero immaginare di affidare la crescita del Paese a demagoghi improvvisati che si battono contro qualsiasi investimento pubblico e predicano invece la «decrescita felice» del filosofo Serge Latouche? Beppe Grillo ora grida «ci vediamo in Parlamento». Ma qualcuno se lo vede l'ex comico a rappresentare in futuro l'Italia in un vertice europeo in cui si rinegozia il Fiscal compact?
Se però il «far finta di essere sani» di Napolitano è un tentativo di continuare a ragionare di politica, la reazione dei partiti di fronte alla sonora bocciatura incassata è invece un pessimo tentativo di nasconde la malattia sotto un po' di cerone da clown. Il Popolo della libertà è devastato, punto. La bugia più imbarazzante e pietosa è quella che proviene dai pidiellini contrari al sostegno a Monti, stile Ignazio La Russa: paghiamo perché sosteniamo l'impopolare governo Monti. Ma la Lega, che pure è l'unico partito anti-montiano, come notava Massimo Franco sul Corriere della Sera, è stata massacrata tale e quale il Pdl (tranne il trionfo di Flavio Tosi a Verona: ma Tosi, per l'appunto, non è forse un «leghista-antileghista» in guerra aperta con Bossi?).
La verità è invece che il centrodestra paga il fatto di aver governato male, e di essersi dimostrato totalmente inadeguato di fronte a ciò che la situazione chiedeva. E alla fine, totalmente impresentabile. D'altra parte, il Partito democratico non ha certo beneficiato del disastro della destra: chi si fiderà di questa sinistra al governo?
I partiti si difendono dicendo che quello di Grillo è qualunquismo. Ed è vero. Ma «purtroppamente» per loro, come direbbe Cetto La Qualunque, il suo consenso è anche un'altra cosa: è la bocciatura definitiva di quello che i partiti, questi partiti, sono stati finora. Si può mai dare la colpa agli elettori di non volerli più votare? Può fare orrore immaginare Beppe Grillo seduto in Parlamento. Ma, sempre con rispetto parlando, sugli scranni del Parlamento stanno oggi appoggiati glutei anche più impresentabili. I cittadini non li vogliono più. Questa è la realtà. Si può dare torto alla realtà?
Dopo Cicciolina,Luxuria,Minetti,ilTROTA ed Altri......, se scegliessimo Beppe Grillo,manderemmo sui banchi governativi un altro clown; mi sembra un po' troppo, anche se esiste oramai improcrastinabile il problema di un totale cambiamento di chi ci ha tanto indegnamente rappresentato. Neanche in questi momenti rinunciano alle loro prebende, ai loro privilegi, alle odiate (da noi ) auto blu e scorte inutili e costose. Hanno contribuito tutti, indistintamente, a portarci sul baratro, ed ora meritano che noi li spingiamo giu', pensiamo seriamente ai loro successori, meno parolai e piu' capaci.
RispondiEliminaI politici politicanti e parolai rubano.
RispondiEliminaQuelli che non rubano, tengono il sacco.
Quelli che non rubano e non tengono il sacco, fanno il palo.
Quelli che non rubano, non tengono il sacco e non fanno il palo, fanno i basisti.
Quelli che non rubano, non tengono il sacco, non fanno il palo e non fanno i basisti, sono complici perché vedono ma non denunciano.
Gli altri sono idioti perché non si accorgono di nulla.
Sarà pure qualunquismo ma, in ogni caso, questi vanno tutti eliminati (politicamente s'intende, se possibile... altrimenti...).