Francesco Arrigoni aveva visto giusto!
da L'ECO DI BERGAMOVenerdì 27 Aprile 2012
Dalle cime di Tassodine
il vino della rinascita!
La sfida di Giuseppe Magni: torna la viticoltura sul Monte Canto
Ecco Merlot e Pinot Nero. E in progetto c'è un'impresa agricola.
Giuseppe Magni nel suo vigneto
a Tassodine di Villa d´Adda
Elio Ghisalberti
Forse è proprio così: chi passa una vita dentro alla musica finisce per
cercare il silenzio. Giuseppe Magni, a capo di un'azienda che confeziona
e distribuisce cd musicali in mezza Italia, il silenzio lo ha trovato
ai 500 metri di altitudine di Tassodine, località del Monte Canto sopra
Villa d'Adda per anni lasciata all'abbandono ed all'incuria.
E
pensare che proprio in una di quelle cascine ormai diventate dei ruderi è
nata sua moglie Anna, altro motivo che lo ha spinto a ridare vita ad un
sito meraviglioso (nelle belle giornate la vista sulla pianura si
estende dalle Alpi agli Appennini) storicamente occupato da famiglie
contadine dedite tra le altre attività agricole anche alla coltivazione
della vite. A testimoniarlo rimanevano alcuni ceppi di vite ormai
selvatica frammisti ai rovi ed al bosco che pian piano avevano
«mangiato» i gradoni una volta occupati dalle vigne.
Il primo grande
lavoro dopo aver acquistato il posto, è stato dunque quello di
ripulirlo e ripristinarlo secondo una logica agricola che, mantenendone
sostanzialmente invariate le caratteristiche originali, consentisse la
coltivazione nelle forme e con i metodi atti alla viticoltura di
qualità. «È stato un lavoro lungo, coinvolgente ed appassionante - dice
Giuseppe Magni - per fortuna ho avuto l'aiuto di tanti amici,
professionisti o meno, che come me ci hanno messo l'anima, mi hanno
consigliato e sostenuto».
Come Francesco Arrigoni, compianto giornalista
enogastronomico che quei siti li conosceva a menadito avendoli percorsi
innumerevoli volte partendo dalla sua casa poco distante. «L'idea di
piantare insieme al Merlot anche del Pinot Nero, vitigno sconosciuto
dalle nostre parti, è stata proprio sua. Altitudine, giacitura e natura
dei terreni erano adatti, diceva, e credo avesse ragione. Tramite lui
sono arrivato anche agli autorevoli personaggi che a vario titolo hanno
collaborato al progetto, tutti eminenti autorità in materia vitivinicola
come il professor Leonardo Valenti e l'agronomo Pierluigi Donna».
Un
piccolo capolavoro dunque, che si può ora ammirare da tutte le
posizioni, dal basso alzando lo sguardo verso la sommità della zona più
occidentale del canto, dall'alto per verificarne la forma ad anfiteatro,
dall'interno per rendersi conto di come i lavori siano stati fatti a
regola d'arte. Ottomila piante in un ettaro di superficie, allevate a
cordone speronato, capaci di dare a pieno regine al massimo 8 mila
bottiglie di vino (cioè una bottiglia per pianta, la regola che i
francesi reputano sacrosanta per produrre vino di alta qualità). Anche
al processo di vinificazione, fino ad ora svolto in una cantina di amici
ma secondo le regole dettate dal tecnico di casa, Paolo Zadra, si sta
provvedendo. Per la prossima vendemmia saranno pronti dei locali dove
poterla effettuare nel bel mezzo della vigna. Il progetto complessivo
prevede poi la ristrutturazione delle cascine per far rivivere il borgo
di Tassodine come una piccola ma autonoma impresa agricola, unico
sistema per fare in modo che il sito non corra il rischio di essere
nuovamente abbandonato all'incuria.
Ne sarebbe certamente andato
orgoglioso anche Francesco Arrigoni, di quel vino prodotto su a
Tassodine: non sarebbe forse il caso di dedicargliela, l'etichetta del
Pinot Nero? «Sì, ci avevo pensato ma per una questione di tempi e di
burocrazia con il primo imbottigliamento non sono riuscito a farlo. Se
sarà possibile lo farò».
E noi ci auguriamo che Magni lo faccia;Francesco se lo merita!
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La produzione
Bottiglie in vendita a 6 euro
Sono da qualche giorno disponibili i vini prodotti con le prime uve
raccolte nei vigneti di Tassodine piantati da Giuseppe Magni, quella del
2010. Due rossi, ambedue ad Igt (Indicazione geografica tipica)
Bergamasca, il Merlot ed il Pinot Nero. Come è nella natura dei vitigni,
più carico di colore, morbido e «riempibocca» il primo; più chiaro,
esile ma elegante e ricco di sfumature il secondo. Una bella sfida
quella di un Pinot Nero in purezza nella Bergamasca, il primo del quale
siamo a conoscenza, che viste le premesse fa ben sperare, tenendo conto
che si tratta del vino d'esordio ottenuto da vigne ancora «imberbi» (la
vigna raggiunge la maturità espressiva a distanza di una decina d'anni
dall'impianto). Le prime bottiglie di Tassodine sono disponibili al
ristorante la Corte del Noce di Villa d'Adda (via Biffi 8; tel.
035.793377). Il patron Graziano Foresti si è talmente appassionato al
progetto da prendersi cura anche della distribuzione delle poche
bottiglie del 2010 disponibili. Costo 6 euro, sia per il Merlot che per
il Pinot Nero.