Se lo Stato spende ancor più di prima.
Giorgio Gandola
Ogni sera al calar del sole, sulle bianche scogliere di Dover, un omino in divisa da forestale di sua maestà raccoglieva un certo numero di sterpaglie, le accatastava e le incendiava. Così per secoli, così da quel lontano 1588. Il fuoco avrebbe dovuto squarciare la nebbia e permettere alla vedetta di scorgere ciò che aspettava: l'Invincibile Armada spagnola. Quando Margareth Thatcher decise di dare un taglio alle spese dello Stato, mandò in pensione anche lui. Non che quello stipendio pesasse sul bilancio dello Stato, ma i tagli sono una cosa seria e un segnale è un segnale. Gli inglesi capirono il partito conservatore non contrastò il suo leader e la lady di ferro ottenne il primo successo contro la burocrazia statale. Tanto più che l'addetto e il suo vice, ritenuti indispensabili come richiamo turistico, continuarono ad illuminare la notte a spese di un ente privato della Cornovaglia. Tutto questo per dire che è arrivato il momento della resa dei conti e che neppure i corazzieri possono ritenersi al sicuro. Lo dicevamo il giorno delle elezioni: la ricreazione è finita, da lunedì si torna in classe con gli stessi problemi degli ultimi 13 mesi. Le chiacchiere dei candidati si sono sciolte come la neve e un insieme di minoranze è chiamato a salvare un Paese tornato, com'era prevedibile, in piena emergenza. I volti sono quelli di sempre: Bersani che tende a nascondersi dietro le volute azzurrine del suo toscano per assoluta mancanza di idee, il ridente Berlusconi (della serie «non ci posso credere») e il reggimento degli scout di Grillo, pronto a cambiare per sempre l'approccio, il look, il linguaggio e le tempistiche di un vetusto Parlamento con le ragnatele sui portoni. Da una settimana siamo tutti un po' più vecchi, il che non significa necessariamente più saggi. Non essendo fenomeni in politologia lasciamo ad altri il compito di prefigurare scenari di alleanze salvifiche, anche se ci sembra strano che Grillo possa apparentarsi con chicchessia. Per un semplice motivo: se resta da solo e si limita ad esercitare il diritto di veto, la maggioranza gli cadrà in mano come una pera matura. A noi oggi preme sottolineare un paio di numeri che dimostrano perché Grillo ha vinto le elezioni: la pressione fiscale di base è salita al 44% (quella percepita è al 52%, record del mondo) e il debito pubblico ha raggiunto il 127% del Pil. Che significa? Che mentre gli italiani continuano a sopportare micidiali sacrifici per tenere in piedi la baracca, l'apparato pubblico spende più di prima. Certo, più di quando arrivò Monti con il loden e il cilicio. Più di quando l'Europa ci lanciò un avvertimento a rientrare. Più di quando Berlusconi negava la crisi sostenendo che i ristoranti erano pieni. Insomma, più di sempre. Ancora una volta gli italiani hanno reagito nelle urne alla provocazione di una classe dirigente travolta dall'autoreferenzialità e dalla presunzione. Se il debito pubblico nel 2012 ha raggiunto il 127% del Pil, vale a dire se lo Stato ha continuato a scialare mentre i cittadini tiravano la cinghia, che fine ha fatto la spending review? E il taglio delle Province? E l'immissione sul mercato degli immobili pubblici? E la razionalizzazione della burocrazia? E tutti quei provvedimenti necessari per ottenere risparmi di bilancio? Annichiliti, asfaltati, azzerati da rappresentanti di una Casta di gomma che ancora vediamo in gran numero affollarsi all'ingresso del nuovo Parlamento. Ma c'è una simpatica novità. Questa volta non sono soli e senza controllo: gli italiani li stanno scortando per verificarne capacità di lavoro e lealtà. Al di là degli eccessi da Bertoldo, Beppe Grillo ha un effetto-coscienza. Potrebbe persino funzionare
E' purtroppo vero che sino ad ora hanno fatto piu' ricreazione che lezioni. Ora servono subito esercizi di educazione fisica per eliminare grassi inutili e tossine ed imparare a non abbuffarsi; , doppia lezione di religione ( non rubare, non dire il falso, non desiderare la roba degli altri); un paio d'ore di aritmetica, tralasciando le sottrazioni in quanto gia' imparate precedentemente ed un po' di educazione civica, specie nel capitolo referendum, ricordandosi che non possono essere ignorati in quanto volonta' del popolo ( quello sovrano e non il popolo bue).
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