Dichiarava 1 euro.
Sigilli alla Porsche di un ristoratore.
Palermo, scontrini rilasciati per non insospettire ma nulla nei «libri»: evasi 200 mila euro in 3 anni
E a Barletta ditta edile non paga 6 milioni di tasse.
Dichiarava un reddito pari a un euro, nascondendo all'Erario ricavi per oltre un milione e non versando imposte per quasi 200 mila euro. È quanto ha fatto tra il 2009 e il 2011 un ristoratore di Palermo, scoperto dalla Guardia di Finanza la quale lo ha segnalato alla Procura della Repubblica di Palermo per il reato di «dichiarazione infedele», facendo così scattare il sequestro preventivo di beni tra cui due auto (una era una Porsche Cayenne) e una moto.
Il meccanismo messo in piede dal ristoratore – spiega una nota della Guardia di Finanza – prevedeva il rilascio ai clienti, apparentemente in maniera regolare, di scontrini e ricevute fiscali che, però, avevano una particolarità: quella di non transitare in contabilità e quindi nella dichiarazione dei redditi ma aventi il solo scopo di far risultare una formale situazione di regolarità fiscale ed evitare che qualche cliente, magari, segnalasse al numero di pubblica utilità 117 della Guardia di Finanza il mancato rilascio della ricevuta.
A partire da febbraio i finanzieri hanno iniziato una verifica fiscale approfondita, acquisendo numerose ricevute fiscali e tutti gli scontrini di chiusura giornaliera, scoprendo, oltre alla presenza di un lavoratore completamente «in nero», che solo una parte di questa documentazione era poi confluita nei registri contabili del ristoratore.
Il risultato quantificato al termine dell'ispezione ha fatto emergere che il ristoratore, dal 2009 al 2011, ha nascosto all'Erario oltre 1 milione di euro di ricavi e non versato imposte (Iva, Irap e Irpef) per quasi 200 mila euro.
Un'altra evasione fiscale – questa da oltre sei milioni di euro – sarebbe stata compiuta da una azienda edile di Barletta che, per evitare di pagare le tasse e contributi, ha falsamente trasferito la propria sede in Romania.
La Guardia di Finanza ha arrestato tre persone responsabili della ditta per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, riciclaggio, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili, nonché sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
La ditta non avrebbe dichiarato oltre 6 milioni di euro di ricavi, evaso oltre 600 mila euro di Iva e ottenuto due milioni e mezzo di indebite compensazioni. L'indagine è stata avviata dopo una denuncia presentata da Equitalia. I finanzieri hanno accertato l'esistenza di diverse società facenti capo allo stesso gruppo imprenditoriale familiare che venivano costituite, avviate e messe in liquidazione con cadenza biennale, e operavano, di fatto, con continuità aziendale (gli stessi lavoratori venivano licenziati per essere riassunti nelle nuove società di volta in volta costituite) in totale evasione di imposta, omettendo di presentare le dichiarazioni fiscali Iva, Ires, Irap ed omettendo il versamento di tutte le imposte e dei contributi previdenziali ed assistenziali.
Il sistema, realizzato con la collaborazione del consulente abilitato alla trasmissione telematica dei modelli F 24 per le società, ha consentito per anni (dal 2008) di aggirare il sistema informatico dell'Agenzia delle entrate.
da L'ECO DI BERGAMO, Martedì 04 Dicembre 2012
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